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La ragazza da un milione di dollari

  • 1 marzo 2005

Million Dollar Baby
U.S.A. 2004
Di Clint Eastwood
Con Clint Eastwood, Hilary Swank, Morgan Freeman

Dopo essersi immerso nelle acque torbide e mistiche del suo film precedente, Clint Eastwood ci propone col suo ultimo capolavoro un’altra discussione sul male, che si gioca stavolta contro le corde di un ring (ispirandosi alla raccolta di racconti “Lo sfidante” di F. X. Toole). La voce del narratore impersonato da Eddie “Scrap-Iron” Dupris (Morgan Freeman), ovvero Eddie “Ferrovecchio”, un anziano ex-pugile che porta sul volto le stigmate del suo passato, ci narra la storia di Frankie Dunn, allenatore di lunga data che dirige con scarso successo una palestra malandata e polverosa, l’Hit Pit. La palestra è, insieme alla chiesa in cui si reca quotidianamente, l’unico modo per sfuggire temporaneamente ai sensi di colpa che da 23 anni lo dilaniano per il destino di Eddie (che ha perso un occhio durante un incontro), per una figlia lontana che rimanda indietro intatte le lettere che il padre le scrive, per un sacro che lo lascia insoddisfatto. La svolta gli è offerta da Maggie Fitzgerald, una ragazza perduta che lo costringe con la sua testardaggine ad allenarla. Tuttavia “Tough is not enough”, tosto non è abbastanza, come recita il motto di Frankie, appeso a chiare lettere nel suo ufficio. Infatti Maggie non è semplicemente “tosta”. La boxe è tutto ciò che le è rimasto, l’espressione della sua enorme voglia di lottare per riscattarsi dal suo essere “spazzatura”.

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Anche lei è sola, al pari di Eddie e Frankie: malgrado una madre ingrata quanto ingombrante e un fratello criminale, il ricordo del padre morto costituisce la sua unica vera famiglia. Come in “Mystic River” troviamo paternità anomale e/o imperfette: Frankie adotta la ragazza, così come adotta tutti i suoi pugili nel tentativo di “proteggerli” dal male fisico e morale a cui conducono le ambizioni sbagliate. La boxe e la religione sono due campi in cui l’etica è messa a dura prova: quella di Frankie si rivela così come una ricerca mistica che lo induce a interrogare il parroco con le domande più elementari e allo stesso tempo fondamentali (“Che cos’è l’immacolata concezione?”, “Che cos’è la trinità?”) e a leggere Yeats. Ed è soprattutto nel quadrato del ring, nei rapporti che si intrecciano all’interno di una trinità più umana e terrena (quella formata da lui stesso, da Maggie e da Eddie) che i suoi interrogativi saranno costretti a trovare le risposte più difficili. Dopo aver costruito un surrogato di famiglia, dopo aver dato davvero la vita a Maggie (ribattenzandola con nome gaelico “Mo guishle”, espressione che sarà spiegata solo alla fine e che non vi anticipiamo), si vedrà obbligato ad un estremo quanto doloroso atto d’amore. Perché le risposte che il mondo non ci dà e che troviamo lottando ogni giorno contro tutto e contro noi stessi ci perdono, ci portano via lontano, “in un posto sperduto tra il nulla e l’addio”.

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