LIBRI
La mafia è bianca, il film-denuncia degli ex Sciuscià
«Dobbiamo raccontare le storie che fanno schifo e che fanno scandalo, e questa è una storia feroce che chiedeva di essere raccontata». Ecco alcune delle parole d’indignazione che come lame hanno affettato l’aria del teatro Metropolitan di Palermo, venerdì 4 novembre scorso, quando Michele Santoro ha presentato il libro-dvd “La mafia è bianca” (Edizioni BURsenzafiltro, 19.50 euro). Parole dure che hanno creato inquietudine e curiosità, fra la platea di circa novecento persone presenti, pronunciate da Alberto Nerazzini, coautore insieme a Stefano Maria Bianchi (entrambi ex inviati per Santoro di Sciuscià) del film-denuncia firmato dalle musiche di Nicola Piovani. In tempi di censura il cinema sembra essere tornato ad uno dei suoi ruoli originari: fare informazione. Inaugurata da Michael Moore, la stagione dei documentari che si occupano di fornire “l’altro punto di vista” in nome di un’informazione trasparente e libera segue (e a volte insegue) il corso degli eventi politici, conserva e ricollega le vicende passate a quelle attuali, per riportare a galla verità presto filtrate e insabbiate dai “gestori” del sistema, e ancor prima “fatte fuori” dalla memoria collettiva dalla maggior parte della gente, che solo di telefonini sembra saper parlare.
Tutto va in rovina, se continuiamo a farci soffiare la libertà, e se la forza nasce dalla conoscenza, è proprio dalla libertà d’espressione che dobbiamo iniziare: «Il mio scopo è quello di continuare la mia battaglia contro la censura», incalza Santoro, e proprio durante il suo intervento entra in sala Giancarlo Caselli (procuratore capo antimafia a Palermo dal '93 al '99, negli anni successivi alle uccisioni di Falcone e Borsellino) salutato da un applauso di qualche minuto. Si avvia alla fine Santoro con un messaggio a Totò Cuffaro: «Permettetemi di considerarmi un siciliano, Cuffaro la deve smettere di parlare a nome di tutti i siciliani nel rispetto di chi non lo ha votato, approfittando con arroganza del suo potere». Questo e tantissime altre cose sono il contenuto di “La mafia è bianca”, documento prezioso che sfugge alla censura.
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