SANITÀ
L'idea che mancava a Palermo: un autista ti porta gratis a fare la chemioterapia
La concessionaria Riolo e il Policlinico Paolo Giaccone di Palermo collaborano per aiutare nel quotidiano le donne-pazienti, insieme all'associazione "Insieme Per"
Ma in una società civile, lì dove manca il pubblico subentra il privato ed ecco allora che ha preso il via un servizio, un'idea, che mancava davvero e che sostiene le donne che devono affrontare la quotidianità della chemioterapia anche dal punto di vista logistico.
Grazie alla collaborazione di diverse realtà alcuni pazienti con esigenze - economiche, sociali, logistiche - che devono sottoporsi alla chemio al Policlinico di Palermo avranno a disposizione un autista e un'automobile per andare e tornare dal reparto.
Il progetto si chiama "Pincar": ed è un servizio che vede la collaborazione dell'azienda Riolo, dello stesso Policlinico e dell'associazione "Insieme Per".
Quest'ultima, attiva in moltissimi campi del sociale, sarà il punto di riferimento per i volontari che faranno la parte degli autisti delle macchine messe invece a disposizione dalla concessionaria Riolo, che ha invece dato in comodato d'uso una Toyota rispondendo al progetto lanciato nel 2015 in occasione del BRAday (la giornata di orgoglio della ricostruzione mammaria post oncologica).
I trattamenti chemioterapici sono debilitanti e stressanti e spesso amici e parenti non sono liberi per accompagnare chi deve affrontarli: questo servizio di fatto sostiene le pazienti facilitando gli spostamenti da casa in ospedale e viceversa.
La gestione economica dell'auto è affidata ai ricavi delle attività di beneficenza della BABC, attraverso un piccolo finanziamento ottenuto da banca Mediolanum e da tutte quelle attività volontarie a sostegno dell'iniziativa.
Il prossimo passo è quello di ottenere automobili sequestrate alla mafia.
«Per noi è semplicemente un'occasione per fare il nostro dovere di cittadini e credo che aziende debbano sempre contribuitre, se possono - commenta Jolanda Riolo - alcuni gesti sono visibili, come questo, e altri meno ma deve entrare nella cultura comune il domandarsi "io che posso fare?" e capire che vivendo in una parte povera e arretrata dell'italia ci dobbiamo tutti sbracciare».
«Onestamente a fare il gran lavoro sono i medici - sottolinea ancora - e li ringrazio per avermi coinvolta in questo progetto importante che va a chiudere un capitolo triste, aperto da anni, in cui le persone hanno dovuto abbandonare i trattamenti per via delle difficoltà logistiche: quando ho sentito che mancava un'auto non ci potevo credere».
Per informazioni sul servizio basta rivolgersi al Policlinico Paolo Giaccone di Palermo.
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