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L'amicizia contro l'oppressione: il sacrificio della Rosa bianca

  • 3 aprile 2006

Dopo le numerose tappe in Germania e in varie città italiane, approda anche a Palermo la mostra didattico-documentaria “La Rosa bianca – I volti di un’amicizia”, visitabile fino al 5 aprile nello spazio “Tabularium” del Loggiato San Bartolomeo, in corso Vittorio Emanuele 25 (ore 10/13 e 16.30/19.30; ingresso gratuito. Informazioni e prenotazioni visite guidate: 3495670053). Organizzata dal centro culturale “Il sentiero” e promossa dall’assessorato ai Beni culturali della Regione siciliana e dalla Provincia di Palermo, l’esposizione raccoglie 41 pannelli che ricostruiscono genesi, vita ed epilogo del gruppo della Rosa bianca attraverso fotografie, lettere e documenti, raccolti anche grazie alla collaborazione dei parenti e amici dei componenti del gruppo. La storia, portata l’anno scorso sul grande schermo dal film del tedesco Marc Rothemund, è quella di alcuni giovani, studenti a Monaco in pieno regime hitleriano, che maturano un’amicizia saldissima, fondata sulla condivisione di ideali e passioni, e soprattutto sul comune desiderio di una libertà sempre più violata nella realtà di repressione e violenza della Germania nazista.

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È la storia di percorsi umani in cui il rispetto per la dignità umana e un profondo senso della vita non si esauriscono in speculazioni filosofiche, ma diventano azione concreta. Nel 1942 la fondazione del gruppo Die letzten Tage contro il regime nazionalsocialista e la diffusione dei primi volantini di incitazione alla resistenza ad Hitler, firmati appunto “Rosa bianca”, sono il segno di una gioventù incapace di rassegnarsi ai dettami di un regime atroce. Parte delle schede in mostra ricostruiscono la vita, la formazione e l’impegno in seno al movimento della Rosa bianca, dei componenti più attivi del gruppo, fra cui Hans e Sophie Scholl, Christoph Probst, Alexander Schmorell, mentre altri pannelli documentano alcuni aspetti sociali e le vicende politiche e belliche della Germania durante il nazismo. Il percorso espositivo è articolato in parole-chiave che fungono quasi da titolo alle particolari vicende umane riportate, ma rappresentano soprattutto i punti-cardine del movimento stesso e sintetizzano i valori su cui il gruppo ha orientato il proprio agire: dall’aspirazione alla libertà in uno dei momenti più bui della storia europea, alla bellezza della natura, dell’arte e della musica, dal valore dell’amicizia e della lettura non sacrificata da censure e manipolazioni, all’importanza del porsi domande.

Al di là di ogni paura e rischio, questi giovani sentono la necessità e il dovere di decidere ed agire anche controcorrente, nell’idea che la vita sia un percorso da abbracciare a piene mani. «Attualmente sono, nel miglior senso della parola, un homo viator, un uomo in cammino - scrive Hans Scholl qualche tempo prima di essere arrestato con la sorella Sophie - e spero che lo rimarrò sempre». Scoperti uno dopo l’altro, quasi tutti arrestati, processati e condannati a morte fra il ’43 e il ’45, i ragazzi della Rosa bianca affrontano la morte con la dignità di uomini liberi, lasciando un messaggio di coraggio, consapevolezza e insopprimibile amore per tutto ciò che fa dell’essere umano un uomo.

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