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Koma, un thriller anestetico

  • 18 luglio 2005

Koma
Hong Kong 2004
di Chi-Leung Law
con Angelica Lee, Kar Yan Lam, Roy Chow, Andy Chi-On Hui

Con un titolo così sarebbe facile abbandonarsi a scontati giochi di parole. In effetti, “Koma” è discretamente soporifero, ma ha soprattutto un effetto anestetico: scorre via liscio per meno di un’ora e mezza senza lasciare la ben che minima traccia di sé. È un peccato perché il soggetto, che innesta un intreccio melò all’interno di una più classica cornice thriller, era potenzialmente ricco di spunti interessanti. Una ragazza si sveglia improvvisamente nella vasca da bagno di un hotel, circondata da cubetti di ghiaccio: si alza, si volta verso lo specchio e scopre che le hanno asportato un rene. L’unica testimone oculare è Chi Ching, che per una strana coincidenza soffre di una disfunzione renale. Lei crede di aver visto la colpevole e la denuncia alla polizia. Si tratta di Suen Ling, che scopriremo poi essere l’amante del fidanzato di Ching. Le due donne, l’una complementare all’altra, si legheranno in una relazione sempre più intensa e, per certi versi, simbiotica.

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Ed è un peccato anche perché le due belle protagoniste, la Kar Yan Lam di “Inner Sense” e l’Angelica Lee di “The Eye”, sono molto azzeccate e costituiscono il principale motivo di interesse della visione. Ci sarebbe anche qualche buona trovata visiva (tra le quali non rientrano però l’artificioso incidente in automobile e la scopiazzatura da “Shining”). Ma, da un certo momento in poi, la storia prende una piega decisamente imperdonabile: una lunga sequela di colpi di scena, sempre più assurdi e improponibili, si accumulano l’uno sull’altro. Lo spettatore, lungi dall’essere scosso dal suo torpore, è infastidito. Sicché il più interessante interrogativo che solleva “Koma” non è interno al film, ma ha a che fare con l’autolesionismo delle case distributrici italiane. Perché, tra tutti gli horror di Hong Kong disponibili, bisognava ripescare proprio questo titolo incolore del 2004? Non fa certo buona pubblicità a un genere che sta vivendo in questo momento un periodo di crisi. L’unica speranza è che “Koma” non si sia fatto troppo notare in questa stagione di “saldi estivi”.

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