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Kalhesa: Nicolai Lilin presenta "Caduta Libera"

“Caduta libera” è la seconda opera del giovane scrittore capace, come pochi, di raccontare la cruda realtà della Transnistria senza orpelli e senza mezzi termini

Balarm
La redazione
  • 7 settembre 2010

Nicolai Lilin, giovane scrittore originario della Transnistria, classe '80, già definito “il ragazzo guerriero della mafia siberiana”, e in questa prima volta nell’isola ha scelto proprio Palermo per presentare “Caduta libera”, il secondo lavoro edito da Einaudi, successivo a “Educazione Siberiana”, vero e proprio caso letterario. Appuntamento a porte aperte, allora, mercoledì 8 settembre alle 21 presso la Libreria Kalhesa (Foro Umberto I, Palermo) per un incontro organizzato in collaborazione con Paolo Cinquemani e il Teatro dei Cantieri e che vedrà presenti, oltre l’autore, Vincenzo Guarrasi, professore ordinario di Geografia presso la facoltà di Lettere di Palermo, Nino Vetri, scrittore e musicista e gli attori Simona Malato, Dario Mangiaracina, Giuseppe Massa, Giuseppe Provinzano, impegnati in un reading. Gli incontri proseguiranno giovedì 9 settembre a Siracusa alla Libreria Biblios e venerdì 10 settembre a Catania alla libreria Tertullia.

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Più volte elogiato da Roberto Saviano per la sua franchezza, nel romanzo “Caduta libera”, già tradotto il 14 lingue, Lilin racconta la vera faccia della guerra, quello che hanno vissuto i giovani dell'esercito russo durante il loro servizio militare obbligatorio, e quello che hanno vissuto i civili nel 1999 quando la Russia avviò la seconda campagna antiterroristica contro la Repubblica Federativa della Cecenia e i territori confinanti con il Caucaso del Nord. Il punto di vista passa continuamente dalla parte dei soldati a quello dei civili, vittime mentre nella loro terra operavano due eserciti nemici, ma le testimonianze da ambedue le parti non possono che raccontare atrocità.
Un’azione di sensibilizzazione quella compiuta dal giovane scrittore, che non a caso dichiara esplicitamente di non aver voluto filtrare la realtà documentata, ma di averla riportata così come l’ha vissuta in prima persona, come molti attorno a lui, alcuni dei quali oggi non possono più testimoniare; sensibilizzazione che mira a ricordare che quella cecena è solo una tra le le tante guerre ancora in corso, e che tutti i conflitti sono duri e spietati.

Nicolai Lilin nato in Transnistria, la cosiddetta "repubblica che esiste, ma non si vede" (essendo considerato ufficialmente come parte della Repubblica di Moldavia), vive in Italia dal 2003 dove ha pubblicato ben due romanzi per Einaudi, scrive per L’Espresso e insegna letteratura, oltre a dedicarsi al mestiere di tatuatore, il risultato del suo essersi a lungo dedicato allo studio dei complessi tatuaggi della tradizione criminale siberiana.

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