TEATRO
Isidoro Fogazza rivive con “Il dono della luna”
Compagno, collega, padre ma soprattutto amico. Un amico che “è morto al mondo” il 10 marzo di otto anni fa, ma che continua a vivere nei suoi scritti e nel forte e intenso rapporto che ha istaurato con ognuna delle persone che ha conosciuto. Ecco chi era Isidoro Fogazza, insegnante di storia e filosofia presso il Liceo Vittorio Emanuele III di Palermo, per gli organizzatori di questo spettacolo. In occasione del sesto anniversario della sua morte, da un’idea di Massimo Zito e Marco Giordano con la regia e la voce recitante Antongiulio Pandolfo, musiche originali di Giuseppe Viola, Massimo Zito, Marco Giordano con la collaborazione di Barbara Fogazza, Demetra Fogazza, Alessandra Insalaco, Francesco La Mantia e Nicola Lo Bianco, nasce “Il dono della luna”, che andrà in scena mercoledì 10 marzo alle 21.30 al teatro San Francesco di Sales a Palermo (via Notarbartolo 52 – ingresso libero).
«Da parecchio tempo avevamo l’intenzione di organizzare uno spettacolo di questo tipo – spiega Marco Giordano - e la necessità di farlo è nata dal sentire comune di chi a ruotato intorno alla sua figura: amici, colleghi, compagni, le figlie e anche gente che non ha avuto la possibilità di conoscerlo direttamente. Ci siamo riuniti, per creare uno spettacolo a partire dall’immensa quantità di materiale (saggi, poesie, ecc) da lui prodotto, molto del quale è rimasto inedito. Avevamo già pubblicato alcuni anni fa una raccolta di suoi scritti dal titolo “Elogio della morte. Discorsi al popolo”, ma volevamo portare a conoscenza del pubblico alcune delle sue altre opere che per scelta dello stesso Isidoro stanno per essere diffuse solo dopo la sua morte».
Ma in che cosa consiste lo spettacolo? «Questo spettacolo, – conclude Marco - data la quantità di materiale di cui abbiamo disponibilità, come per esempio “Il vecchio e la fanciulla” un ferratissimo saggio scientifico sulle figure di Santa Rosalia e del Genio di Palermo oltre alla sua ricca produzione di poesie e scritti vari, è stato abbastanza facile da organizzare ed è nato sul filo dell’emozione. A partire da questo materiale eterogeneo, di cui abbiamo deciso di dare lettura, accompagneremo lo spettacolo, inframmezzato da interventi spontanei dei suoi amici e conoscenti, con un sottofondo musicale di pianoforte e fiati. La musica stessa avrà un ruolo importante perché anche questa nasce da Isidoro, anche se non è stata scritta direttamente da lui, perché molte delle esperienze musicali che ci accomunano, come quella degli Alioth e dei Quartodeimille, sono state ispirate e prendono spunto dai suoi lavori e dal suo pensiero. Nella parte conclusiva dello spettacolo sarà letto “Il dono della luna”, che dà il titolo allo spettacolo, che è una sorta di discorso scritto da Isidoro poco prima di morire e che aveva chiesto fosse letto al suo funerale».
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