Ipercussonici, tutti i suoni del mondo in salsa elettronica

Band: Percussonici
Titolo: Liotro
Anno: 2003
Etichetta: autoproduzione

Basta dare un’occhiata alla lista degli strumenti suonati dai vari componenti del gruppo per capire chepropri del tamburello e del marranzano (lo scacciapensieri) e con l’elettronica dei campionatori e degli effetti sonori. Basta dare un’occhiata all’artwork del disco, tanto semplice quanto ben realizzato, con appunto un elefante ("liotro" in dialetto siciliano) allegro e strombazzante che spicca sulla confezione cartonata, per accorgersi che dietro alla sigla Ipercussonici c’è un progetto, un’idea, che a differenza di centinaia di demo che invadono le redazioni e le case discografiche, si nota già dall’aspetto del disco.I contenuti non sono ovviamente da meno. Sei tracce in cui si mescolano ritmi tribali, gli strumenti tradizionali di cui abbiamo parlato, effetti e campionamenti, cori da cerimonia tradizionale, voci trattate con riverberi, suoni mediterranei.

Una miscela che è il fondamento del progetto Ipercussonici, nato dall’incontro di tre musicisti (Luca Recupero, Stefano Spoto, Carlo Condarelli) provenienti da percorsi diversi. Il gruppo, come loro stessi dichiarano, "vuole rappresentare un omaggio alla cultura indigena mondiale" e intende trasmettere il messaggio proprio della tradizione tribale, un messaggio che è insieme conoscenza di sé e comunicazione con gli altri. Se "Liotro Blues", che apre il disco, è un omaggio alle dodici battute rivisitate con percussioni e didjeridoo, "Cincu" invoglia alla danza con le linee vocali arabeggianti di Ramzi Harrabi. Colpisce, invece, "Unity", per il modo in cui l’elettronica si risolve in un contesto originale di fiati e campionamenti. Un’ottima promessa, "Liotro", per un gruppo che ha già avuto modo di mettersi in luce in alcune rassegne, tra cui Sonica e il Sicilia-Roma Festival, e aprendo i concerti di artisti come Agricantus e Mario Venuti.