LIBRI
In "Cento Giorni" il movimento della Pantera
Il libro di Massimiliano Denaro “Cento Giorni. Cronache del movimento studentesco della Pantera ‘90” edito dalla Navarra Editore è stato presentato a Palermo lo scorso 30 marzo al Centro sociale ex Carcere. All’incontro con l’autore hanno preso parte Peppe Spataro, Davide Ficarra, Ottavio Navarra e Titti De Simone. L’opera, in forma di saggio, analizza le vicende del movimento studentesco della Pantera ’90, uno tra gli ultimi grandi movimenti di massa della storia italiana, attraverso un’indagine storico-giornalistica. Il libro si presenta ricco di fonti e di materiale fotografico così da renderlo il primo testo che ragiona su quegli anni e sulla storia turbolenta del nostro Paese.
Palermo, 5 dicembre 1989. Migliaia di studenti occupano le loro facoltà contro il disegno di legge Ruberti, il primo progetto di riforma delle Università, dopo quindici anni. Italia, 5 febbraio 1990. Non c'è un solo ateneo in cui non ci sia almeno una facoltà occupata e che non abbia costituito commissioni di studio e di lavoro contro il processo di privatizzazione e aziendalizzazione degli atenei. Chiamarono “Pantera” quegli studenti, perché graffiavano e ruggivano, perché si aggiravano fra rettori, partiti, controccupanti e polizia allo stesso modo di una pantera che sguscia fra cacciatori e prede; ma anche per il suo fascino di animale lucente, unico felino dall'alito profumato che, invece di spaventare le prede, le attira con il suo odore. Questa è una storia di cento giorni di occupazioni, palermitani e pisani in particolare, in cui migliaia di ragazzi riscoprirono la politica, tentando di porre fine ai “bui anni '80” della solitudine e del disimpegno. Questo è un racconto dei mille cortei che hanno fatto tremare i palazzi del potere; ma è anche la storia di strumentalizzazioni e scandali, creati da coloro che provarono a “domare” la Pantera con le armi della disinformazione, dello scherno, delle prese di distanza, delle improbabili accuse di terrorismo. Per alcuni, parafrasando De André, si tratta di una storia da dimenticare, una storia sbagliata. Per altri, quei cento giorni hanno significato l’inizio di una storia interrotta e la voglia di affrontare il futuro.
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