MUSICA
Il tributo di Roberto Gatto al Miles Davis Quintet
Terzo appuntamento per la rassegna "Jazz al Metropolitan", con un tributo alla musica dello storico quintetto di Miles Davis, in attività dal '64 al '68: gli rende omaggio un apposito quintetto costituito da uno dei più noti ed afffermati drummers della scena jazzistica internazionale, Roberto Gatto, lunedì 6 marzo al teatro "titolare" della rassegna (viale Strasburgo 358, ore 21.30, ingresso 22 euro l'intero, 17 euro ridotto con Metropolitan Card). Se a Miles Davis va il merito di essere riuscito ad ingaggiare e circondarsi dei più rilevanti musicisti dell'epoca in cui visse, spesso fungendo da vero e proprio "talent-scout" - Herbie Hancock, Wayne Shorter e Ron Carter (Tony Williams è purtroppo deceduto nel 1997) oggi risultano fra i jazzisti più "quotati" ed inarrivabili della storia di questa musica e gli album che al loro quintetto si ascrivono ("ESP", "Miles Smiles", "Sorcerer", "Nefertiti") sono ricordati come "essential" del jazz di tutti i tempi - lasciando così il proprio segno per almeno due-tre generazioni di jazz, l'iniziativa di quel "felino delle bacchette" rispondente al nome di Roberto Gatto non poteva essere più felicemente indovinata: omaggiare uno dei quintetti più "storici" del nume nero del jazz circondandosi di giovani ma affermatissimi solisti del jazz attuale, quali il pianista Dado Moroni, il trombettista Flavio Boltro, il sassofonista Daniele Scannapieco, ed il contrabbassista Rosario Bonaccorso.
Svariati i cd al suo attivo - fra cui segnaliamo "Notes" (feat. M.Brecker), "Ask" (feat. J.Scofield), "Luna", "Jungle Three", "Improvvisi", "L'Avventura", "7#", "Sing Sing Sing", "Roberto Gatto plays Rugantino" – nonché I commenti musicali da lui composti per il cinema ("Verso Sera", "Il grande cocomero" e "Mignon è partita" che gli valse ben cinque "David di Donatello"). Un "manipolo" di professionisti, dunque, che costituisce un gruppo di grande impatto, quello giusto per dare conferma della continua ed instancabile "ricerca sonora" di Gatto. Un appuntamento che si preannuncia di alta levatura musicale e davvero stimolante, sicuramente da non perdere, ma non solo per gli appassionati del jazz, bensì per tutti gli amanti della buona musica, al di là di generi, stili ed etichette.
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Il primo, Dado Moroni, fra le nuove leve è il pianista jazz più richiesto in Europa ed America per la sua tecnica cristallina, Flavio Boltro, sicuramente uno dei trombettisti più interessanti della scena europea, noto anche ai frequentatori di sale cinematografiche perché sua è l’intensa tromba di parte della colonna sonora del film di Pupi Avati "Ma quando arrivano le ragazze?" (sebbene nella scena iniziale del "Concerto in Mi maggiore per tromba e orchestra" di Johan Nepomuk Hummel il solista sia Andrea Dell’Ira; senza contare che lo stesso Gatto suona nel medesimo "score"), Daniele Scannapieco, sassofonista tra i più apprezzati della sua generazione, contitolare insieme a Fabrizio Bosso di un altro importante giovane quintetto, e Rosario Bonaccorso, corda vibrante di moltissime formazioni nazionali e non (da Stefano Di Battista a Dalla, da Enrico Rava a Gino Paoli). Dulcis in fundo, il Gatto capitolino del jazz: debutto nel ’75 con il Trio di Roma a fianco di Danilo Rea (piano) ed Enzo Pietropaoli (contrabbasso), collabora in seguito con autorevoli jazzmen quali Dave Liebman, Phil Woods, James Moody, Barney Wilen, Ronnie Cuber, Sal Nistico, Michael Brecker, Tony Scott, Joe Lovano, Curtis Fuller, Kay Winding, Albert Mangelrsdof, Cedar Walton, Tommy Flanagan, Kenny Kirkland, Mal Waldron, Ben Sidran, John Scofield, John Abercrombie, Didier Lockwood, Bobby Hutcherson, Richard Galliano, Joe Zawinul, Bireli Lagrene, Pat Metheny, e, fra gli italiani, Maurizio Giammarco, Massimo Urbani, Enrico Pieranunzi, Franco D'Andrea, Enrico Rava, Paolo Fresu, aggiungendo il calore tipico della "terranea" ritmica della cultura mediterranea. Svariati i cd al suo attivo - fra cui segnaliamo "Notes" (feat. M.Brecker), "Ask" (feat. J.Scofield), "Luna", "Jungle Three", "Improvvisi", "L'Avventura", "7#", "Sing Sing Sing", "Roberto Gatto plays Rugantino" – nonché I commenti musicali da lui composti per il cinema ("Verso Sera", "Il grande cocomero" e "Mignon è partita" che gli valse ben cinque "David di Donatello"). Un "manipolo" di professionisti, dunque, che costituisce un gruppo di grande impatto, quello giusto per dare conferma della continua ed instancabile "ricerca sonora" di Gatto. Un appuntamento che si preannuncia di alta levatura musicale e davvero stimolante, sicuramente da non perdere, ma non solo per gli appassionati del jazz, bensì per tutti gli amanti della buona musica, al di là di generi, stili ed etichette.
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