SPORT
Il “mercante di Venezia” e la politica dell’illusione
Coppa Uefa, seconda giornata, giovedì 3 novembre 2005, Palermo-Lokomotiv 0-0 Campionato, undicesima giornata, domenica 6 novembre 2005, Palermo-Sampdoria 0-2
La settimana dell’accoppiata coppa Uefa - campionato ha regalato al Palermo più dolori che gioie. Le statistiche confermano un’inversione di tendenza rispetto alle prime giornate dove la squadra subisce meno gol ma non segna più. Ma il dato che deve farci riflettere è l’ostinazione con cui si tenta di inculcare a tutto l’ambiente che questo Palermo è composto da 22 giocatori che si equivalgono e che la squadra rosa è adeguatamente attrezzata a sostenere tutte le competizioni facendo ruotare tutti gli elementi componenti la rosa senza risentirne affatto. Saremmo ripetitivi o disfattisti, fate voi, ma a noi non sembra proprio così. Questa squadra e per una precisa scelta societaria, come del resto lo scorso anno, può contare su 13-14 elementi. E poco importa se si impreca alla sfortuna, agli infortuni, al “peso” della coppa Uefa, ma meglio provare a tentare di dire le cose così come stanno. Il Palermo non ha giocatori sulle fasce ad eccezione dell’argentino Santana che ci sembra l’unico interprete del calcio di Del Neri. Per il resto l’evanescente Gonzalez, l’inesperto Bonanni e l’arrembante Masiello non sembrano proprio giocatori corrispondenti all’identikit del tecnico di Aquileia, giocatori in grado di fare su e giù per la fascia, saltare l’uomo nell’uno contro uno e mettere al centro decine di cross per le punte.
Smettiamola di infarcire le menti dei tifosi con nomi altisonanti e di grande spessore che puntualmente prendono altre strade. Diciamo basta al luogo comune che vede Zamparini vittima degli “strozzini” del calcio mercato perché le cose non stanno così e Zamparini finge di non saperlo. “Il mercante di Venezia” farebbe bene a fare meno proclami e lanciare il lunedì meno invettive contro questo o quello ed a fare più autocritica e, magari, qualche investimento d’intesa con le esigenze del proprio tecnico. Investimento non significa puntare sui nomi (Inter docet) ma su giocatori motivati e desiderosi di affermarsi, sui nuovi Biava sparsi in Italia e nel mondo. Insomma la politica del “venghino signori venghino” sta arrivando al capolinea poiché se da un lato noi siamo ancora quelli di Campania Puteolana-Palermo è pur vero che il tifoso non va illuso né preso in giro e sarebbe più serio dire con modestia che questa gestione bada al bilancio, al lancio dei giovani ed al raggiungimento di tranquille salvezze piuttosto che dichiarare di puntare allo scudetto o affermare che la squadra è composta da giocatori di qualità che si equivalgono.
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