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Il magnifico fallimento: intervista a Oliviero Toscani
«La Sicilia è semplicemente il posto da cui me ne sono andato. Non posso neanche definirla. Posso dire che è un luogo dove c'è un problema»
Sul conto di Oliviero Toscani si dice: «dategli una macchina fotografica e vi racconterà un mondo». Eppure c'è un posto dove questa formula è risultata quasi sempre opaca. Un luogo da cui si vanta di essere «scappato, perché lì tutto marcisce». Questo luogo è la Sicilia. Qui l'artista milanese ha provato «a cambiare le cose», facendo l'assessore alla creatività nella Salemi della giunta di Sgarbi. Il risultato è stato un flop, che lo ha visto rinunciare ai sogni condivisi con tanti ragazzi, che vedevano in Salemi uno spazio per la creatività. «Alla fine me ne sono andato. Qui è impossibile lavorare, per colpa dei siciliani e del sistema che governa questa terra e che come una maledizione coinvolge tutti».
TOSCANI, ARRIVIAMO AL SODO: LA SICILIA È QUEL VIRUS AI PIEDI DELL'ITALIA CHE NON È RIUSCITO A DEBELLARE? O È UN CRUCCIO DELLA SUA VITA? COME UN PEZZO DI MARMO DA SCOLPIRE, DOVE L'ARTISTA VEDE UNA STATUA IMPRIGIONATA, MA CHE SEMBRA NON VOGLIA FARSI LIBERARE?
La Sicilia è semplicemente il posto da cui me ne sono andato. Non posso certo definirla come una statua. Non posso neanche definirla. Posso dire che è un luogo dove c'è un problema. È un luogo dove ognuno rincorre la propria comodità. Io credo che quella siciliana sia una terra maledetta per i siciliani stessi.
Sono stato qui da ragazzino con mio padre (Fedele Toscani, ndr). Mio cognato poi, Aldo Ballo, fotoreporter, era siciliano. Proprio con lui ho fatto un viaggio qui diversi anni fa e sono rimasto affascinato dai paesaggi incredibili.
E QUANDO HA AVUTO PER LA PRIMA VOLTA A CHE FARE CON QUELLA MENTALITÀ CHE DA ALLORA L’HA PORTATA OGGI A “SCAPPARE”?
Non parliamo del passato, ma di oggi. Prendiamo come riferimento la mia esperienza a Salemi, dove sono stato assessore alla creatività qualche mese. Ho riunito in un unico luogo un notevole numero di ragazzi e ragazze, pieni di voglia di fare. Ma la burocrazia siciliana è riuscita a bloccare tutto. Una cosa da matti. La vera mafia in Sicilia è la burocrazia.
CI PUÒ FARE UN ESEMPIO DI BUROCRAZIA DANNOSA?
Vi ricordate la proposta di vendere le case di Salemi abbandonate a un euro? Tutto bloccato. E quella fu una mia idea. Non di Vittorio Sgarbi. Vittorio non ha idee, ma fa il critico d'arte. Lui ha bisogno che prima l'arte sia fatta e poi la critica. Sgarbi non ha idee, ma critica per mestiere le idee altrui. Un altro esempio? Ho fatto arrivare da New York a Salemi l'archivio cinematografico della Kings Video. Quei film sono lì, lasciati a marcire. Potevo regalarli a Milano o a Padova. Una delle più belle collezioni di film indipendenti al mondo. Sta marcendo, come tutto quello che c'è in Sicilia.
EPPURE QUESTO RAPPORTO ARTISTICO TRA LEI E LA SICILIA NON ERA COMINCIATO MALE. NEL 1996, DOPO AVERE FOTOGRAFATO I RAGAZZI DI CORLEONE, AVEVA DETTO CHE «LE SICILIANE SONO LE DONNE PIÙ BELLE» E SI ERA SPERTICATO IN COMPLIMENTI. COSA È CAMBIATO?
Corleone ha rappresentato per me un'eccezione. Ho voluto dimostrare che Corleone non era il paese della mafia o dove tutti erano mafiosi. È come dire che in Israele ebrei e palestinesi si odiano. Non è vero. Ci sono coppie di amanti, famiglie e amici che sono palestinesi e israeliani e vanno d'accordo. A Corleone ho dimostrato che non era vera la generalizzazione che riguardava gli abitanti del posto.
LEI SOSTIENE CHE LA MAFIA BLOCCA TUTTO. COS'È LA MAFIA PER OLIVIERO TOSCANI?
La mafia è burocrazia. Sono la stessa cosa. Anche Sgarbi non la chiama più mafia, ma così. È impossibile ragionare con i corridoi del potere siciliano, con questi uomini "panzoni" che si parlano tra loro nelle orecchie. Questa è la mafia: è la Sicilia del potere che non conclude niente e cerca sempre i finanziamenti della UE per mettere in piedi progetti che mai e poi mai verranno alla luce. Sti coglioni mi hanno fatto perdere un sacco di tempo. E che si sappia: io non ci ho guadagnato nulla. Ho viaggiato e ho promosso Salemi a spese mie e ho fatto l'assessore gratis.
GLI ABITANTI DI SALEMI SI SONO POSTI NEI SUOI CONFRONTI CON ATTEGGIAMENTO MAFIOSO?
Lì sono tutti collusi, anche chi non vuole. Non c'è niente da fare. È come l'aria cattiva. Anche se non ti piace, per sopravvivere devi respirarla. Niente da fare. A Salemi ci sono 20 vigili che non fanno un cazzo tutto il giorno. Assunti in un modo che non c'è bisogno di spiegare. Sempre lì ci sono 200 impiegati comunali assunti dalla politica e che paghiamo noi cittadini. A Seregno, che è grande dieci volte Salemi, sono 38. Perché? Io tutto questo l'ho denunciato. Mia moglie, che è norvegese, mi ha definito "un pazzo".
COSA GUADAGNA LA MAFIA A BLOCCARE UN POPOLO E UN'ECONOMIA?
La mafia è l'industria più grande d'italia. Esaminando la mafia, spicca la grande capacità siciliana di mettere insieme una grande organizzazione funzionale ed efficiente. La Fiat in Sicilia non è stata così brava. La mafia è come i tombaroli: loro sono più bravi dei professori d'arte. Se i mafiosi, invece della malavita, avessero scelto di fare gli amministratori delegati, la Sicilia sarebbe piena di grandi imprese moderne.
E PERCHÉ QUESTO POPOLO NON SI RIBELLA?
Perché siete troppo civili. Io sono un lombardo purosangue e riconosco in voi siciliani una incredibile tolleranza, che però è anche, allo stesso tempo, qualcosa di una crudeltà incredibile. Io osservandovi mi rendo conto della grandiosa civiltà che avete e che siete. Anche a Segesta ho provato la stessa sensazione: il posto è preziosissimo, ma è invaso dalla spazzatura. E la gente del posto riesce ad osservare la cosa come se fosse assolutamente normale.
DURANTE L'ESPERIENZA DA ASSESSORE NON È RIUSCITO A IDENTIFICARE QUALCHE ARTISTA PROMETTENTE? UN ASPIRANTE FOTOGRAFO? UN ATTORE? UN MUSICISTA?
No. Nessuno. Io avrei potuto anche fare da talent scout e da insegnante. Ma non c'è niente da fare. In Sicilia si viene soffocati.
CI FACCIA ALMENO UN ESEMPIO DI SICILIANO DA SALVARE.
Ce ne sono tantissimi. Il primo che mi viene in mente è il giornalista catanese Francesco Merlo, che però non vive o lavora in Sicilia. Tutti i siciliani che non vivono in Sicilia sono bravissimi.
LA SICILIA È STATA LA SUA KRIPTONITE?
Esatto. Lo è stata per me, ma anche per Philippe Daverio, che ha smesso di insegnare a Palermo per gli stessi motivi per cui me ne sono andato io.
QUALE, DAL SUO PUNTO DI VISTA, LA SOLUZIONE A TUTTO QUESTO?
E che ne so io? Questo dovreste saperlo voi siciliani. Il prossimo anno a Palermo ci saranno le elezioni per scegliere il sindaco. Se il nuovo primo cittadino le proponesse di diventare assessore, accetterebbe? Io veramente vorrei fare il sindaco a Palermo, ma mi ammazzerebbero dopo tre giorni.
CHIUDO L’INTERVISTA FACENDOLE LA STESSA DOMANDA INIZIALE: COSA È PER LEI LA SICILIA?
La Sicilia è il magnifico fallimento.
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