ATTUALITÀ
Il Gramsci Siciliano non chiuderà?
L’Istituto Siciliano Gramsci di Palermo non chiuderà. Per ora. O meglio, riaprirà da subito i battenti almeno fino a quando non gli imporranno un definitivo stop d’attività le decurtazioni contributive regionali ulteriormente previste dalla Finanziaria attualmente in via d’approvazione all’Ars. Una legge che prevede per il prossimo anno – a meno di un provvidenziale emendamento inserito in exstremis e in senso contrario - una ulteriore riduzione del 10 per cento dell’apporto finanziario assegnato all’Istituto dalla Regione. Decremento dirompente per la vita di un’Istituzione la cui chiusura costituirebbe il definitivo compiersi della desertificazione culturale da troppo tempo in atto all’interno dei Cantieri della Zisa. Di questo e parecchio altro in merito al delicato momento che il Gramsci sta vivendo, ha dato notizia, durante una conferenza stampa convocata provocatoriamente su un marciapiede della frustrata cittadella culturale, il professore Salvatore Nicosia. Che è l’attuale presidente dell’Istituto fondato dallo storico Francesco Renda nell’ormai lontano giugno del 1978.
Assolutamente da impedire dunque la chiusura d’un Istituto che non solo con ventimila volumi ma anche tramite preziosi archivi, fornisce all’utenza anche la possibilità, se non il privilegio, di accostarsi quasi fisicamente ai personaggi che hanno fatto o raccontato, interpretato e commentato per oltre metà del Novecento la storia dell’Isola. Con particolare riferimento alla vicenda del nostro movimento operaio, contadino e autonomista. Mentre per dare un’idea precisa del valore di tali “lasciti” basta citare, e per difetto, i fondi appartenuti a Girolamo Li Causi, Pio La Torre, Pompeo Colajanni, Marcello Cimino, Rosita Lanza. Insieme alle carte dell’Associazione Nazionale Partigiani. Documenti che devono rimanere a disposizione di quanti vogliono capire meglio e far capire come la storia del “secolo breve”, anche in Sicilia, continui a costituire il substrato più ricco nel quale affondano le radici di un presente tuttavia e sicuramente difficile.
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