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Il fascino dei Carmina Burana interpretati dalla Sinfonica

  • 30 giugno 2006

Due appuntamenti certamente interessanti per gli amanti di una musica classica dai toni poco conosciuti, che si spinge attraverso testi di epoca medievale, un momento storico artistico e letterario su cui molto si è scritto e che fuor da ogni dubbio ha lasciato un segno indelebile nella cultura europea. Un repertorio molto conosciuto ma poco eseguito, quello dei "Carmina Burana" di Carl Orff, che verrà presentato a Palermo, all’interno della stagione estiva dell’Orchestra Sinfonica Siciliana, venerdì 7 luglio e sabato 8 luglio alle 21 a villa Trabia, dove Rafael Frühbeck de Burgos dirigerà l’ orchestra siciliana insieme al Coro della Filarmonica di Praga (ingresso 10 euro per il biglietto intero e 5 euro per il ridotto).

Un’opera di cui si è tornato a parlare proprio grazie alla riscrittura musicale che ne fece Carl Orff nel 1937 adattando le tendenze musicali novecentesche ai suoni, ai ritmi e ai contenuti dell’epoca medievale, creando sonorità del tutto nuove. Per comprendere meglio la struttura di quest’opera narrativa ai confini tra la poesia e la musica occorre fare il punto sull’originale storia della sua genesi. Questa silloge di componimenti poetico-musicali era raccolta nel "Codex Latinus Monacensis", ma il termine Carmina Burana così com’è arrivato a noi è stato introdotto dallo studioso Johannes Andreas Schmeller nel 1847, in occasione della prima pubblicazione del manoscritto.
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315 componimenti, intervallati da annotazioni di tipo morale e didattico, secondo lo stile delle tante enciclopedie in uso a quel tempo, che raccontavano vicende di tipo amoroso, religioso dei "clerici vagantes" o goliardi che si andavano spostando attraverso le diverse università europee. Carl Orff ha in certo senso dato nuova luce e una certa fortuna a un repertorio che altrimenti non sarebbe arrivato fino a noi, editando un’opera del tutto originale. Interpreti d’eccezione per questo appuntamento musicale dell’estate palermitana sono il direttore Rafael Frühbeck de Burgos conduttore delle più prestigiose orchestre internazionali e dal 2001 direttore dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai (con la quale nell’estate del 2003 ha effettuato una tournée di successo in Giappone e nel giugno 2004 ha realizzato la registrazione integrale delle Sinfonie di Beethoven) e, per le parti cantate, il rinomato Coro della Filarmonica di Praga, fra le più importanti compagini coristiche europee.

Quest’ultima, fondata nel 1935 da Jan Kuhn, vanta un percorso costellato di grandi successi: originariamente coro da camera in forza principalmente alla Czechoslovak Radio, esso ha rapidamente raggiunto il numero di 200 coristi e nel 1953 è stato integrato nella Czech Philharmonic Orchestra. Il lungo e prolifico legame con la Israeli Philharmonic porta il coro, nel luglio dello scorso anno, a visitare Israele per l’esecuzione del Requiem di Verdi e la Nona Sinfonia di Beethoven, sotto la direzione di Zubin Mehta.
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