ARTE E ARCHITETTURA
Igor Mitoraj: un monumento e una mostra per Palermo
Lo scorso 13 aprile sono accorsi in molti per assistere alla presentazione ufficiale della nuova statua che arricchirà la zona che da Porta Felice apre alla passeggiata a mare. Un forte vento di scirocco scompigliava abiti e acconciature, mentre il drappo purpureo liberava in tutta la sua imponenza l’Eroe Elimo, il monumento che lo scultore polacco Igor Mitoraj ha realizzato per la nostra città. Opere di Mitoraj si trovano in spazi pubblici di tutto il mondo (Parigi, Londra, Losanna, L’Aja, Firenze), perché, come lui stesso afferma, spesso gli viene naturale far dialogare le sue sculture con il paesaggio, poiché esso fa parte dell’opera. Anche in questo caso l’Eroe Elimo (questo il titolo del monumento in bronzo inaugurato) instaura un dialogo con il territorio siciliano, un dialogo che sembra spalancare le porte del tempo, e sembra venire da un passato lontano, quello in cui i Troiani in fuga dalla loro città messa a fuoco dai Greci si rifugiarono nelle coste della Sicilia nord occidentale, dove si sviluppò la civiltà degli elimi. Da quel 1183 a.C. l’Eroe Elimo si installa davanti allo stesso mare, e dopo secoli continua a mostrare la sua fierezza nel petto e nello scudo, nonostante porti in sé i frammenti del tempo, ossia quelle mutilazioni del volto e degli arti di cui le sculture di Mitoraj sono caratterizzate, poiché, per lui, la perfezione della statuaria classica, per continuare ad essere moderna, deve spogliarsi della gloria, poiché questo non è più il tempo né degli ideali né degli eroi. Semmai degli eroi sconfitti, o, come dice lo stesso Mitoraj, dei “piccoli eroi quotidiani e sconosciuti. Questi brillano come stelle nella notte buia”.
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