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"Grandi Giardini Italiani": le due new entry dalla Sicilia

Villa Tasca e Tenuta Regaleali entrano nel circuito del marchio di qualità. I due siti saranno presenti all'Expo di Milano con il progetto "100 Giardini per EXPO 2015"

  • 7 luglio 2015

Palermo, città d’arte e meraviglie. Dalla candidatura alla nomina Unesco per la sua architettura arabo-normanna al riconoscimento di due tenute ottocentesche tra i 120 siti verdi del network Grandi Giardini Italiani: c’è da dire che è proprio una bella stagione per i beni della città “tutto porto”.

Villa Tasca d'Almerita e la Tenuta Regaleali di Palermo sono infatti due delle tre new entry del network di Grandi Giardini Italiani, il prestigioso marchio che riunisce i paesaggi d’eccellenza del Belpaese.

La regione Sicilia (visita la pagina dedicata) raggiunge così quota nove giardini d’eccellenza, di cui ben tre palermitani con l’Orto Botanico, con due ingressi d'eccellenza: l’una, Villa Tasca, un’oasi verde ai margini del centro storico, l’altra, Tenuta Regaleali, tra i feudi più rigogliosi della Sicilia centrale immersa sulle colline pre-madonitiche a 50 chilometri a sud-est dalla città.

Si tratta di luoghi unici, quasi incantati, dove il verde e la bellezza architettonica si intrecciano per far brillare la storia e lo sviluppo della tradizione vinicola siciliana, continuata ad oggi grazie alla famiglia Tasca D’Almerita.

I due nuovi giardini,assieme all’altra new entry il Parco Botanico Angelo e Lina Nocivelli di Verolanuova (Brescia), aderiscono, inoltre, al progetto “100 Giardini per EXPO 2015”: un itinerario progettato da Grandi Giardini Italiani in occasione di EXPO Milano 2015, che guiderà i visitatori alla scoperta dei più bei giardini visitabili d'Italia e Canton Ticino con orti, vigneti e frutteti.

«La congiuntura socio-economica è favorevole- afferma la fondatrice dei Grandi Giardini Judith Wade - e l’imprenditoria privata sta investendo nei beni culturali perché scorge delle opportunità importanti. Non possiamo permetterci di perdere questa occasione, dobbiamo imparare a gestire con professionalità, know how e competenze il patrimonio culturale pubblico e privato italiano». Restare sul solco del progresso è la scommessa, e Palermo sembra proprio volerci riuscire.

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