MUSICA
Giovanni Sollima, il figlio tributa il padre
Quando l’eredità di un padre si trasferisce come patrimonio essenziale nella vita di un figlio. Così si può definire il rapporto umano e musicale che lega indissolubilmente le vite di Eliodoro e Giovanni Sollima: quest’ultimo, talento internazionale del violoncello, sarà il protagonista del concerto in programma al teatro Massimo di Palermo, mercoledì 7 febbraio alle ore 20.30 (biglietti, da 20 a 7 euro, acquistabili presso il botteghino del teatro, da martedì a domenica, ore 10-15).
Tre dei brani in scaletta saranno dedicati a Eliodoro Sollima: "Aria per violoncello e archi" scritta nel 1949, "Nenia e recitativo per violoncello e archi" del 1976 e infine la "Trenodìa per violoncello e orchestra", in memoria delle vittime di piazza Tien an Men. Sia il ventaglio dei brani proposti che la conoscenza dell’estro compositivo, tutto siciliano, di Sollima padre rivelano quanto il suo modo di fare musica sia stato innervato da due tendenze principali, forse in qualche modo contrastanti. Da un lato l’impegno civile e la sensibilità ai problemi dell’attualità socio-politica che lo portarono a condannare qualsiasi forma di violenza, e a cui si può ricondurre la trenodìa; dall’altro la ricerca dell’ironia, del divertimento con il pubblico. Nella sua opera il filo conduttore rimane la ricerca di una propria originale poetica, aperta alle innovazioni della narrativa musicale senza però rinunciare alla tradizione. Questa, probabilmente, la causa di un certo isolamento che lo ha accompagnato in tutta la carriera, isolamento a cui seppe sempre reagire ritagliandosi nuovi spazi nel mondo culturale siciliano e non, dando il meglio di sé in campi attigui che lo portarono a diventare critico musicale per il quotidiano "L’Ora", oltre che essere a lungo docente e direttore del conservatorio cittadino.
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