ARTE E ARCHITETTURA
Gibellina, foto sul Cretto per ricordare il terremoto
L’idea di Emanuele Svezia, autore del documentario "Earthquake ‘68" e componente del gruppo romano Sottotraccia, è quella di riportare i cittadini gibellinesi sul luogo che, prima del disastroso terremoto del 1968, rappresentava il centro della loro vita, ma che adesso resta uno spazio quasi isolato, frequentato assai di rado, probabilmente mai compreso o addirittura mai accettato. Quella colata di cemento cui Alberto Burri diede la forma inconfondibile dei suoi “cretti” e che seppellì per sempre le macerie della vecchia Gibellina, resta un’opera con cui i gibellinesi mantengono un rapporto difficile e incostante, ostacolato dalla nostalgia per il vecchio centro e da una sensazione di sradicamento per il fatto di aver visto la Nuova Gibellina spostarsi di circa venti chilometri. In questa luce l’iniziativa di Sottotraccia assume un valore importantissimo e si propone di incoraggiare i gibellinesi a riappropriarsi del Cretto. Così il 28 maggio 2005 un migliaio di cittadini (giovani e anziani, istituzioni e gruppi associativi) si sono dati appuntamento sul Cretto e, compiaciuti, hanno posato per un’insolita e affollatissima foto di gruppo davanti all’obiettivo del fotografo palermitano Mauro D’Agati.
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