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Gianni Allegra: “Scorci e squarci” di cupa violenza

È forte il denominatore comune per tutte le storie, vale a dire la violenza e la disperazione oggi ormai consuete, fatta eccezione forse per il brano di Scaldati

  • 9 giugno 2004

Nell’accogliente sala dell’Agricantus, il centro culturale polivalente di Palermo in via XX Settembre 82/a, il 4 giugno alle 18,30 si è inaugurata la mostra “Scorci e squarci” di Gianni Allegra, artista che espone come ogni anno ormai da qualche tempo nel poliedrico spazio palermitano, replicando così l’occasione per un piacevole evento cittadino. L’inaugurazione infatti è stata allietata dalle musiche degli Om, giovane gruppo palermitano qui in versione acustica, e arricchita dalla lettura, Emma Dante e Franco Scaldati le voci recitanti, dei racconti che affiancavano ciascuna tela. C’è da dire infatti che Gianni Allegra, suoi fra l’altro i simpatici ritratti e le vignette sull’edizione palermitana de “La Repubblica”, per questa sua ultima fatica, ha pensato di proporre a ciascuno dei 10 autori palermitani coinvolti nell’iniziativa una delle sue tele di questa collezione, invitandoli quindi a scriverne un breve racconto. Così dalla penna di Roberto Alajmo, Gaetano Basile, Fulvio Abbate, Franco Maresco, Emma Dante, Santo Piazzese, Marcello Benfante, Franco Scaldati, Matteo Di Gesù e Roberta Torre, sono nate delle storie che, oltre ad essere presenti nell’esposizione ciascuna accanto al quadro ad essa corrispondente, sono pubblicate in un simpatico volumetto che raccoglie appunto le storie e i dipinti.

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È forte il denominatore comune per   tutte le storie, vale a dire la violenza e la disperazione oggi ormai consuete, fatta eccezione forse per il delicato brano di Scaldati, uno scritto assai poetico tratto dal suo spettacolo “La notte di Agostino il topo” adattato per l’occasione alla tela a lui assegnatagli da Allegra. E se ogni storia rivela con toni più o meno duri quello che gli accesi colori e le sgangherate sagome di Allegra hanno suggerito agli autori (lo zerbino di Alajmo che non serve a mantenere pulita la casa ma piuttosto a non portare fuori le immonde lordure di certi interni familiari oppure l’originale prospettiva di Di Gesù che considera il punto di vista del topolino  di un manifesto che assiste ad una probabile rapina) ce n’è una, Roberta Torre l’autrice, che per efficacia ed immediatezza espressiva sembra essere nata insieme con la tela alla quale si riferisce (una donna sdraiata su un letto, in slip e calze): la donna descrive con la rapidità di uno schiaffo (con la violenza del quale il brano colpisce il lettore) l’essere stata oltraggiata dal padre e quindi come ogni uomo che lei incontra debba pagare per questo. Insomma, è una realtà assai cupa  quella che si manifesta da questi scorci e squarci nonostante i colori vivaci dei dipinti che magari avrebbero potuto raccontare, forse, anche dell’altro. E se questi sono appena gli scorci, cosa ci riserverà la vista del tutto? Possiamo solo realisticamente ammettere  che questo è il mondo di oggi, dobbiamo rassegnarci. La mostra delle dieci tele di Gianni Allegra si potrà visitare fino al 20 giugno, dalle 20 all’una di notte, tutti i giorni eccetto il lunedì all’Agricantus.

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