TEATRO
Garibaldi, Peter Brook per i dieci anni di attività
L’11 Ottobre, in un’unica grande serata, alle 21, andranno in scena al teatro Garibaldi di Palermo (in via Castrofilippo alla Kalsa) due spettacoli del cosmopolita regista Peter Brook, per poi essere replicati, singolarmente: "Le grand inquisiteur" il 12 ottobre e "La mort de Krishna", il 13 ottobre. La presenza dell’ottantacinquenne regista è uno dei migliori modi che Matteo Bavera, direttore artistico del teatro, potesse realizzare per festeggiare il decimo anniversario di attività del magico palcoscenico della Kalsa. Il Garibaldi, simbolo della rinascita del quartiere, ha, in quest’anno così particolare, ospitato, da un lato, autori che incarnano l’anima profonda di Palermo, e più in generale del Sud-Italia, e dall’altro maestri antichi e nuovi della scena teatrale europea, tra i quali appunto spicca il grande Peter Brook, regista di 47 spettacoli teatrali e 8 film, curatore di 5 regie di opere liriche, scrittore di 6 libri e premiato da più di 30 importanti riconoscimenti in ogni parte del modo, tra cui il Premio Europa per il Teatro a Taormina nel 1989. Peter Brook, nato a Londra nel 1925 da genitori d’origine russa, dopo una brillante laurea ad Oxford in letteratura comparata, iniziò ad occuparsi di teatro, e a soli 24 anni ottenne l’incarico di direttore artistico al Covent Garden di Londra. È stato un memorabile “Re Lear” a diffondere la sua fama in Europa e a segnare una tappa fondamentale nel suo percorso artistico e in quello del teatro occidentale contemporaneo: lo spazio scenico diviene "vuoto", sono le parole, i corpi e l’energia degli attori a riempirlo d’immagini. Dalla metà degli anni ’60 la sua ricerca teatrale si fa ancora più radicale, aumenta il lavoro sul corpo, sulla voce e sull’improvvisazione, l’amicizia e gli scambi con Jerzy Grotowski contribuiscono a rafforzare questa tendenza.
Parola, semplicità del gesto, polisemia dello spazio e del corpo dell’attore: Brook gioca magistralmente con le invarianti del suo linguaggio scenico. «In un’epoca in cui le dicotomie che hanno retto il mondo per mezzo secolo si sono dileguate - afferma Brook - forse l’atteggiamento migliore è quello espresso dal Cristo di Dostoevskij, basato sull’azione, l’esperienza diretta, non la discussione. E l’esperienza diretta è proprio ciò che il teatro può offrire». La presenza di Brook a Palermo sarà arricchita da un secondo spettacolo, "La mort de Krishna", mise en espace firmata dal regista anglo-francese, andata in scena per la prima volta alle Bouffes du Nord nel Gennaio 2003. "La mort de Krishna" può essere definita un “frammento”, una sintesi dell’epico, memorabile "Mahabharata", presentato al Festival di Avignone nel 1985. Krishna, con la sua duplice natura umana e divina, trova una nuova incarnazione scenica sempre grazie a Mauriche Bénichou, sin dall’esordio straordinario interprete del testo firmato da Jean-Claude Carrière e Marie-Hélène Estienne. Lo spettacolo racconta la morte di Krishna con l’estrema semplicità e rarefazione dei segni teatrali che contraddistinguono l’estetica di Brook. Un tappeto, due paraventi, candelabri, pochi oggetti significanti sono sufficienti a Bénichou per rievocare frammenti di un’epopea mitica ricca e composita, mentre racconta di guerra e di pace, di sete e di deserto, d’amore e di massacri, fino alla “socratica accettazione di una morte fortuita, perché il Tempo ha stabilito un limite”. A fare da eco sonora alle gesta di Krishna, le musiche composte da Antonin Stahly. Il costo dei biglietti è di 15 euro, ridotto 10 euro. Per informazioni telefonare allo 0916114255 o via e-mail teatrogaribaldi@hotmail.com
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