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Galeria Lamanai, l'etnico Sud protagonista

Balarm
La redazione
  • 6 marzo 2008

Non è solo una “bottega” di oggetti etnici, ma soprattutto un luogo di incontro e di scambio dove si fondono sinergie tra diverse culture. La Galeria Lamanai, con sede a Palermo in via Giuseppe Giusti 43, è uno spazio unico nel suo genere. Una sorta di stargate verso una dimensione “altra”, più precisamente messicana. Ad Akumal, infatti, ad una quarantina di chilometri dalla celebre Playa del Carmen in uno dei luoghi più suggestivi di tutta la Riviera Maya, si trova la sua gemella. Due realtà nate sette anni fa da un intento comune, quello di scovare oggetti unici e particolari, che raccontano tradizioni e saperi antichi. Lamanai, che è il nome di un sito archeologico Maya, significa “città del coccodrillo sommerso” in ricordo di una numerosa colonia di coccodrilli che in passato popolava le acque della laguna. Alla Galeria si trovano manufatti particolari, dai monili all’oggettistica etnica, ognuno dei quali ha alle spalle una storia, un artigiano o un artista che lo ha creato. Ma l’accento va posto anche sulla cura per la scelta e la ricerca di ogni singolo pezzo, unico per l’appunto. Antonella Troncato e Rosario Arena, proprietari di questo particolare luogo dal dicembre 2006, curano minuziosamente ogni dettaglio e aspetto di ogni singolo oggetto: chi lo ha fatto, come è stato realizzato e le tecniche e i materiali utilizzati. «All’inizio – spiega Antonella - la ricerca era delimitata al Centro America, ma successivamente si è estesa anche ad altri luoghi del Sud del mondo, che rimane ancora un contenitore genuino di tradizioni degne di essere raccontate». Si nota subito l’entusiasmo e la cura che Antonella e Rosario mettono nel raccontare le storie particolari che stanno dietro ai singoli oggetti, ci tengono a far capire l’importanza, il valore e la sacralità di una “cosa” che si ha tra le mani. Pezzi unici, fatti assolutamente a mano con tecniche antiche, come per esempio un tappeto messicano dai colori sgargianti. «L’artigiano che lo ha fatto – spiega Rosario - mi ha portato nel suo giardino per farmi vedere una coltivazione di cocciniglia, un insetto dal quale estrae il rosso, e altre piante dalle quali derivano vari colori naturali da lui utilizzati». Poi ci sono gli Alebrjches, piccole sculture di legno copal che rappresentano animali coloratissimi, ricavate da un unico pezzo di legno sacro che viene bruciato per particolari riti religiosi e le cui decorazioni, per lo più floreali, riprendono i fiori del peyote utilizzati in Messico per i riti iniziatici. La Galeria Lamanai è anche esclusivista di oggetti creati da due artisti messicani. Roberto Rodriguez, che riprende nelle sue opere le donne Totonaca, un’antica etnia del Centro America; e Manuel De Jesus Velazquez Torres, che realizza statue di legno colorate con tecniche particolari, che rappresentano il mondo naturale e quello sacro. Unici sono anche i gioielli che provengono dal Pakistan, Afganistan, Iran, Turkmenistan, Uzbekistan e da molti altri luoghi lontani. In particolare un talismano Tuareg chiamato Tcherot, costruito con diversi tipi di metalli (ottone, rame e argento), che contiene al suo interno versetti del Corano e formule magiche per attraversare indenni il deserto. Provate ad acquistarlo, magari vi porterà un po’ di fortuna in più.
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