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Fotostoria dell’ateneo, il concorso fotografico

Balarm
La redazione
  • 10 settembre 2007

Le feste goliardiche delle matricole, il calcio simbolico cui erano sottoposti spiritosamente i neolaureati, le vecchie e le nuove inaugurazioni dell’anno accademico. Ma anche i ricordi privati delle lauree, degli alloggi, degli esami, dei professori, dei viaggi all’estero. E ancora il “come eravamo” dei luoghi: i vecchi edifici, le aule, la costruzione di viale delle Scienze. L’Università di Palermo vista attraverso gli occhi e le storie di chi l’ha frequentata, di chi ci ha lavorato, di chi l’ha vista crescere. Un’identità collettiva che l’ateneo, in occasione delle manifestazioni del suo Bicentenario, intende recuperare bandendo il concorso fotografico “Fotostoria dell’ateneo”, la cui premiazione avverrà a ottobre prossimo, nel corso della seconda edizione de “Le vie dei tesori”, la manifestazione che prevede l’apertura straordinaria alla città dei più preziosi luoghi di arte, scienza e natura dell’ateneo e che quest’anno sarà arricchita da un fitto programma di appuntamenti ed eventi. Per partecipare al concorso basta inviare in busta chiusa entro il prossimo 5 ottobre le proprie fotografie al Rettorato, piazza Marina 61, 90133 Palermo, scrivendo sulla busta: “Concorso Fotostoria dell’ateneo” e aggiungendo l’avvertenza “Non aprire al protocollo”. La premiazione è prevista domenica 21 ottobre allo Steri. La commissione del concorso, composta da esperti di fotografia e di comunicazione, assegnerà tre premi, consistenti rispettivamente nella somma di 1.000 euro, 300 euro e 200 euro, e in una serie di preziosi libri d’arte. Il rettore, Giuseppe Silvestri, premierà con una medaglia commemorativa i vincitori. Per partecipare si potranno cercare ricordi nei cassetti o imbracciare la macchina fotografica in cerca di nuove immagini. Sono ammesse a partecipare tutte le fotografie, in bianco e nero o a colori, professionali e non, che siano relazionate alla storia, all’identità, alla vita dell’Università di Palermo: tasselli della memoria privata che diventano così patrimonio collettivo.
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