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Fabrizio Bosso, il nuovo jazz italiano

A soli 30 anni Bosso è considerato già una delle più grandi rivelazioni del jazz italiano

  • 3 aprile 2004

Il mese di aprile si apre nel migliore dei modi all’Open Music Club di Palermo (via Nicolò Turrisi 51/53), con tre serate consecutive di grande jazz d’autore su un palco che si va sempre di più affermando come una delle vetrine musicali più raffinate della città. Si comincia sabato 3 aprile (ore 21.30 e 23.30, ingresso 6 euro) con un altro “Special event”, il trombettista Fabrizio Bosso con il suo quartetto: Giovanni Mazzarino (piano), Stefano Senni (contrabbasso), Mimmo Cafiero (batteria). A soli 30 anni Bosso è considerato già una delle più grandi rivelazioni del jazz italiano. Sotto la guida del padre, anche lui trombettista, impugna per la prima volta la tromba a soli cinque anni e a 15 è già diplomato al conservatorio “G. Verdi” della sua natia Torino. Da qui parte la serie di traguardi e riconoscimenti che lo accompagna fino a oggi: dopo aver suonato in piccole band, nel ’90 vince una borsa di studio che gli consente di frequentare i seminari estivi del S. Mary’s College di Washington e quattro anni dopo è già vincitore con un proprio quartetto del concorso “Summertime in Jazz” come miglior solista.

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E’ l’inizio del filone di collaborazioni illustri con numerosi musicisti del panorama jazz italiano e internazionale in giro per il mondo. Raggiunge la sua consacrazione da parte del pubblico nel 99 quando viene votato come “Miglior Nuovo Talento” del jazz italiano dal referendum della rivista Musica Jazz prima ancora dell’uscita del suo primo disco da leader, “Fast Flight” qualche mese dopo. E’ lo stesso anno della formazione del suo primo gruppo con il quale si esibisce in diversi club e festival. Dopo il premio francese “Django d’Or” per il cd “Jazz for more” con gli High Five, quintetto in coleadership con Daniele Scannapieco, adesso è impegnato nel Giovanni Mazzarino Quintet, ma si ripetono con regolarità le collaborazioni con nomi noti anche alla scena della musica leggera italiana come Sergio Cammariere, che Bosso ha accompagnato nel brano “Tutto quello che un uomo”, terzo classificato nel Sanremo 2003.

Domenica 4 aprile invece sarà la volta di un gradito ritorno all’Open Music Club, quello del chitarrista Francesco Guaiana e del suo trio, composto da Daniele Camarda (basso) e Ferenc Nemeth (batteria). Una formazione già ampiamente scafata: Guaiana e Camarda suonano insieme già da molti anni, fin dal periodo di studio al Berklee College di Boston dove i due giovani siciliani hanno collaborato con numerosi musicisti (Gary Burton, Bob Moses, George Russell, John Damian, Dave Samuels). Per finire, lunedì 5 aprile, consueto appuntamento con la jam session, ma stavolta sarà una serata del tutto speciale: Concerto in favore della Lega Italiana per la lotta contro i tumori - Sezione Milano ed il Reparto pediatria dell’Istituto Nazionale Tumori  di Milano. Una serata di beneficenza per la raccolta di fondi destinati ai bambini bisognosi di cure, aperta agli interventi di tutti i musicisti che vorranno unire per una sera il piacere di suonare in compagnia alla solidarietà.

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