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Esami di Maturità: a Palermo la carica dei 12mila

Tra paure e informazioni scambiati sul web, gli studenti si preparano a svolgere le prove degli esami di Stato. Il provveditore: "Bisogna studiare serenamente"

Balarm
La redazione
  • 18 giugno 2012

Scatta il «D-day» dei dodicimila studenti palermitani alla prova della maturità. Mercoledì 20 giugno prova comune per tutti gli indirizzi di studio: il tema di italiano. Rispetto al passato, questa Maturità sarà la prima maturità con le tracce che giungeranno sui banchi via pc. Come gli altri anni invece gli studenti potranno scegliere tra quattro diverse tipologie di scrittura: l’analisi e il commento di un testo letterario, il saggio breve o l’articolo di giornale, il tema storico o quello d'attualità. Trecento le commissioni coinvolte a Palermo e in provincia.

Giovedì 21 giugno si svolgeranno le prove specifiche per ogni liceo: al Classico la versione di greco, allo Scientifico il compito di matematica, all’Artistico la prova di figura disegnata. Poi toccherà alla cosiddetta «terza prova». Partita la caccia alle informazioni sui social network. Una studentessa palermitana ha fondato su Facebook la pagina Professori esami Palermo 2012, che vanta oltre 2.500 iscritti: qui i ragazzi si scambiano notizie sui docenti che «ci dovranno esaminare quel fatidico giorno».

Il provveditore agli Studi di Palermo, Rosario Leone, prova ad incoraggiare ed a dispensare consigli utili ai ragazzi. «La paura c’è ed è ovvia, ma a contare più dell’esame di maturità è tutto il percorso che è stato realizzato in precedenza. Ormai anche la maggior parte delle borse di studio tiene conto non del voto finale ma del percorso complessivo». Secondo il provveditore è «opportuno tuttavia che l’esame diventi sempre meno un problema, uno stress psicologico importante», i ragazzi «si devono impegnare ma non devono modificare improvvisamente i loro sforzi. Non serve a nulla studiare anche la notte, peggiora la performance, piuttosto bisogna riprendere le fila di quello che si è fatto durante l'anno. È sbagliato impegnarsi in eccessivi recuperi. Piuttosto bisogna studiare serenamente, continuare a fare una vita normale laddove è possibile».

«Il 66% dei ragazzi arriva alla maturità dopo i 19 anni, per un motivo o per un altro. È una situazione che ci pone in svantaggio rispetto all’Europa e contro la quale dobbiamo reagire migliorando l’offerta formativa» - conclude il provveditore.

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