CINEMA E TV
"…E se domani", tragicommedia sfuggente e incerta
…E se domani
Italia, 2005
di Giovanni La Pàrola
con Luca Bizzarri, Paolo Kessisoglu, Sabrina Impacciatore, Luigi Maria Burruano
Ci sono Luca e Paolo, quelli di “Camera Café”, e Sabrina Impacciatore, quella di “Ciro” e “Convention”, ma non si tratta di un film comico. Ci sono quarantenni immaturi, coppie in crisi e problemi familiari, ma non è cinema “alla Muccino” (o “muccinema”, come ama definirlo Enrico Ghezzi). Anche se il titolo può ingannare non è (solo) una commedia sentimentale. Si parla di banche voraci, di piccoli imprenditori sull’orlo del fallimento e di guai coi prestiti, ma l’obiettivo non è la denuncia sociale. Canta Mina, ma siamo nel Duemila. Insomma, difficile tracciare i contorni di “…E se domani”, sfuggente opera prima del regista palermitano - ma laureato e residente a Bologna - Giovanni La Pàrola, che ha entusiasmato nei festival (Premio agli attori e Premio speciale della giuria al “Festival del cinema italiano di Annecy”, Premio dei giornalisti e del pubblico a “Schermi d’Amore” di Verona e adesso il film parte alla volta di Shangai e Singapore).
Ma il destino è in agguato, e il marito muore all’improvviso. Mimì tenterà allora di entrare nelle grazie dell’amata, il che porterà a una girandola di imprevisti e complicazioni su cui si sviluppa tutto l’intreccio. L’ambiguità è al tempo stesso il pregio e il difetto del film: pregio quando si incarna in multisfaccettatura, difetto quando sfocia in incertezza. Se l’atmosfera sospesa, un po’ vintage e un po’ patchwork, che fa da collante a “…E se domani” è sicuramente riuscita e originale (grazie anche a fotografia e costumi), La Pàrola sconta una certa inesperienza da “opera prima” nel dosare le varie componenti del racconto e a riunirle in un discorso coerente e pecca di alcuni eccessi stilistici (troppi carrelli “a effetto”, troppi ralenty). Ma laddove si notano le maggiori manchevolezze è soprattutto nella sceneggiatura, che pure è firmata da Francesco Piccolo, uno che ha fatto grandi cose con De Maria, Virzì e Moretti. La vicenda si perde in un’eccessiva, a tratti inconcludente, verbosità e procede per stereotipi (il genovese tirchio, la direttrice di banca sadomaso, il commissario di polizia a un giorno dal pensionamento e così via).
Siamo molto lontani dalla cristallina scorrevolezza e dall’umorismo stralunato di “E allora mambo!”, prima - e finora insuperata - impresa cinematografica del duo delle “Iene”. Ma “…E se domani” è anche un film d’attori, che si regge sulle eccellenti (e giustamente premiate) interpretazioni di Luca, Paolo e di Sabrina Impacciatore (semplicemente deliziosa con quell’accento siculo). Tutti e tre posseggono il grande pregio di saper dismettere le macchiette televisive una volta messo piede sul grande schermo e di riuscire ad alternare con estrema facilità il registro comico a quello drammatico (Luca dice che gli è venuto naturale: «Merito anche del cast molto affiatato che ci circondava. Con Paolo lavoro insieme da 14 anni, ma se ne trovo uno più bravo sono sempre disposto a cambiarlo!»). Sono qualità che pochi altri comunque possono vantare di questi tempi.
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