ARTE E ARCHITETTURA
Di Luzio: linguaggi video e digital art
Sabato 18 settembre si è inaugurata, nella Sala delle Arcate dello storico complesso monumentale di Santa Maria dello Spasimo a Palermo “Stations. Betrayal, Sacrifice, resurrection”, la mostra dell’americano Raphael Di Luzio (curata da Ida Parlavecchio, è visitabile tutti i giorni fino al 10 ottobre dalle 9 alle 24, con ingresso libero), realizzazione di un progetto a cui l’artista ha lavorato nel corso di tutto l’ultimo anno catturando immagini tra Sicilia, Umbria e Stati Uniti.
Raphael Di Luzio nasce nel sud della California nel 1960. Studia pittura presso l’Università della Pennsylvania dove conosce il maestro Josef Albers. Prosegue la sua ricerca artistica indirizzandosi verso i linguaggi video e la digital art. Oggi insegna New Media all’Università del Maine dove ha realizzato l’Advanced Research Electronics Arts Studio, altrimenti chiamato “area 051”, che l’artista definisce così: “It is a specialized place for experimental research in New Media and Digital arts where a few select students and myself can explore an ongoing investigation into the crossover of art and technology.” Non è la prima volta che Palermo assiste ad un’installazione di Raphael Di Luzio. Già l’anno scorso l’artista aveva esposto la sua “Eucharist”, precedentemente esibita in Pennsylvania, presso i locali del Monastero di San Martino delle Scale. Sulla scia di questa continua ricerca estetica sul linguaggio digitale si colloca l’installazione “Stations”, nella quale i riferimenti al tema cristologico della passione sono un mezzo attraverso il quale esplorare problematiche legate all’individuo e alla sua esistenza, quali la pace, la guerra e l’ambiente. Attraverso un utilizzo lirico e pittorico del video, così come delle materie e degli elementi che costituiscono le sue installazioni, Di Luzio crea degli ambienti fortemente evocativi, nei quali ricerca digitale, riflessione spirituale, musica e gusto pittorico stabiliscono una fitta trama di suggestioni.
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