È un po' inglese e un po' irlandese, ma ha scelto di vivere in Sicilia. Lo scrittore Daniel Kenyon racconta, nel suo nuovo romanzo, “Il cuore selvaggio di Palermo”
Suspance, avventura, british humour. Lo scrittore inglese
Daniel Kenyon ha scelto Palermo come scenario del suo romanzo autoprodotto intitolato “
Il cuore selvaggio di Palermo”: un trhiller mozzafiato di 275 pagine tradotto anche in lingua inglese, primo volume di una trilogia work in progress, disponibile al costo di 2,68 euro in formato ibook (kindle) su
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Daniel Kenyon nasce a Londra, ma cresce a Portrush, una cittadina costiera dell’Irlanda del nord dove si dedica all'attività di giornalista. Mosso da un grande amore per l’Italia decide di trasferirsi in Sardegna ma, per una serie di fortuiti eventi - proprio come accade nei film - cambia destinazione, facendo del “piano B” il motivo del suo successo: si trasferisce a Palermo.
All'apparenza timido, Daniel ha una storia da raccontare, glielo si legge negli occhi quando cerca di descrivere il motivo che lo ha spinto a una simile impresa. Eppure le emozioni sono il motore scatenante di tutto. Così Daniel scrive il suo primo romanzo “Il cuore selvaggio di Palermo”, un thriller dal ritmo incalzante.
Il protagonista Joe Kelly è un giovane irlandese di padre americano e di madre siciliana, in cerca delle sue origini in un viaggio che lo porterà dagli USA alla Sicilia, l'isola affascinante che non da nulla in cambio di niente. Fuggito dal pusher di Chicago che lo vuole morto, si trova coinvolto nei loschi affari mafiosi di Palermo. Joe si accorgerà ben presto che la malavita delle due città non è poi così diversa.
Con questa storia, Daniel intende raccontare una realtà mafiosa che sfugga dagli stereotipi affibbiati ai meridionali e che parli di violenza, in una dura partita per la lotta al potere giocata nelle strade della città tra i palermitani e le gang degli immigrati africani. Strade che tutti conoscono e che dal mattino alla notte cambiano aspetto, proprio come piazza Garraffaello alla Vucciria. Pagine scritte da una penna lontana, lette da occhi abituati alle alte e fredde scogliere dell'Irlanda e che vive uno strano senso di attanagliamento misto ad un afoso torpore che entra nella pelle di chi vive, ama e odia Palermo.
«Palermo ha un cuore feroce e selvaggio. Il mio obiettivo è creare una consapevolezza sui reali problemi che gli immigrati trovano in questa città e allo stesso tempo promuovere un’economia più forte incoraggiando la gente a non pagare il pizzo alla mafia. Ecco perché parte dei profitti vanno ad Addiopizzo e al centro per gli immigrati di Santa Chiara a Palermo, che offre ai non residenti molte forme di aiuto, tra le quali asilo, assistenza burocratica e lezioni di italiano gratuite» afferma lo scrittore.