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Dal Palermo via Sannino. Gasperini è la soluzione?
Il Palermo è sempre più nel baratro. A sorpresa Maurizio Zamparini esonera Sannino e chiama Gasperini. Ma il problema è la squadra o il tecnico?
Chi attendeva la prova del nove contro il Cagliari al Barbera non è rimasto certamente deluso. Il Palermo al cospetto del Cagliari (Palermo-Cagliari 1-1, andata della terza giornata del Campionato 2012/2013), avversario sulla carta più abbordabile rispetto a Napoli e Lazio, ha dimostrato tutti i suoi limiti e, peggio, ha gettato nello sconforto l’intera tifoseria.
Chi paga? Con “grande” sorpresa, a poche ore dalla fine del match, arriva l’esonero di Giuseppe Sannino dalla panchina del Palermo. Il tecnico che non è mai stato messo in discussione da Zamparini (poche ore prima il presidente aveva dichiarato che Sannino non rischiava nulla) è stato il capro espiatorio di una vicenda iniziata con tante belle speranze e conclusasi drammaticamente nel momento più buio del Palermo dalla promozione in Serie A ad oggi.
Il tifoso rosa, che a dispetto di qualche avventata dichiarazione su presunti rodaggi, assimilazione schemi, compattezza di gruppo e tanto pindariche quanto ottimistiche previsioni di classifica finale, ha capito che è stato bidonato e che difficilmente potrà avere gioia dalla rosa messa in piedi da Zamparini & Perinetti.
A nulla vale prendersela con alcuni interpreti di questa squadra come Garcia, Bertolo, lo spaesato Hernandez, l’irriconoscibile Miccoli. L’analisi è molto semplice quanto impietosa: negli ultimi due anni la squadra rosa è stata svuotata del proprio potenziale tecnico ( basti pensare che dei componenti la finale dell’Olimpico sono rimasti i soli Miccoli, Hernandez ed Ilicic) ed alleggerita da ingaggi pesanti sposando una politica sparagnina ed una programmazione poco lungimirante quanto improvvisata. I frutti del disfacimento sono sotto gli occhi di tutti e un intero stadio che fischia al triplice fischio arbitrale di ogni sfida disputata in casa testimonia paura e rassegnazione dell’intero ambiente.
Mi sono “divertito” in settimana a leggere alcune dichiarazioni del tecnico Sannino e conseguenti giudizi che alcuni colleghi ne hanno tratto: onestà intellettuale. Come si fa ad affermare che questa squadra aveva bisogno di puntelli nella consapevolezza che si dovrà attendere il mercato di gennaio per porvi rimedio? Troppo facile caricarsi colpe addosso della serie “è tutta colpa mia se la squadra non…”. Nulla da eccepire sulla professionalità e sulla buona fede del tecnico ma sarebbe anche lecito chiedersi e chiedere quali valutazioni si sono fatte alla fine del ritiro pre campionato? Cosa si son detti Sannino, Perinetti ed il patron Zamparini durante quei summit di mercato post ritiro? Che ruolo ha rivestito il tecnico nelle scelte di mercato in quei confronti a tre? Alcuni suggerimenti sono stati recepiti dalla società?
Capitolo tifosi. La tifoseria, organizzata o meno, fa male a contestare la squadra o singoli giocatori perché, così facendo, si fa come quello che guarda al dito e non alla luna. Se da un lato si ottiene l’effetto contrario destabilizzando giocatori mediocri colti improvvisamente dal fenomeno della “palla che scotta” rendendoli più vulnerabili per la troppa paura di sbagliare, dall’altro lato non si individua (o si fa finta ) il vero colpevole dell’attuale momento: la società!
La gratitudine è una virtù nobile ma nel calcio è rara. Nessuno mette in discussione il chi siamo e da dove veniamo e che grazie a Zamparini siamo ritornati nel calcio che conta, ma se Berlusconi (che ha vinto praticamente tutto con il Milan), De Laurentiis, Lotito, Moratti e via dicendo subiscono la contestazione del passionale tifoso non vedo perché Zamparini debba rimanere un “intoccabile”.
Siamo certi che il presidente saprà cogliere il momento delicato rendendosi conto degli errori fatti, cercando di non addossarli sempre ai propri collaboratori.
Anche il comunicato del Palermo Calcio pubblicato sul sito ufficiale suona come paura di perdere, che la situazione possa sfuggire di mano e che quell’appello nel sostenere la squadra (e chi non l’ha fatto, caro presidente?) assomiglia tanto ad una consapevolezza dell’azzardo fatto in sede di costruzione della rosa piuttosto che un vero e proprio tentativo di sferzare l’ambiente.
Anche Sannino pare aver perso la serenità, i cambi sono sembrati tanto immotivati quanto ininfluenti ai fini del risultato. Per dirla tutta il Palermo contro il Cagliari ha tirato due volte in porta con due tiri su calcio piazzato del solito Miccoli, gol di Rios a parte. La squadra è impaurita, senza un vero leader, incapace di svolgere un gioco sugli esterni non avendone interpreti e senza dare mai l’impressione di avere la forza giusta per rivoltare il destino di un match o di poterne tenere il pallino in mano.
Ribadiamo il pessimismo latente tra la tifoseria, ma come darle torto? Illusa da tanti proclami, avvilita da spettacoli indecenti e scoraggiata dalle prospettive. Si intona sempre più il coro “Meritiamo di più”. E adesso la patata bollente passa nelle mani di Gian Piero Gasperini, il neo tecnico del Palermo che ha come obiettivo la salvezza della squadra. Sarà lui la soluzione? Tantissimi auguri!
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