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Da Barcarello al Foro Italico: a Palermo lo yoga si fa all'aperto
Dalla spiaggia al mare: sono tanti i posti in cui praticare lo yoga, la millenaria tecnica indiana che si ricollega sempre di più al concetto di benessere e salute, anche a Palermo
Lo yoga è una disciplina che si ricollega sempre di più al concetto di benessere e salute, tanto da diventare, quasi una moda. Il termine yoga, deriva dalla parola yui che, significa "mettere sotto il giogo".
Lo yoga infatti consente di controllare le forze psicofisiche e di congiungere l’anima con il principio originario: Dio. Questi obiettivi verrebbero raggiunti con un severo e costante allenamento fisico.
Con i suoi territori incatevoli, la Sicilia sembrebbe essere il luogo adatto allo yoga: c'è chi lo pratica a bordo di una barca a vela, in spiaggia o chi al Foro Italico, come i membri del gruppo Facebook Palermo Yoga, hub virtuale in cui i membri propongono incontri all'insegna della ricerca del sè.
In Italia le persone che praticano lo yoga sono circa un milione e duecentomila e le scuole riconosciute sono 830. Parole come chakra (forza) e asana (posizione) non sono poi così lontane.
Come spiega il maestro Accardi, questa disciplina praticata a contatto con la natura è molto più importante perchè la carica energetica che offre l'universo è differente, maggiore. Lo stress della freneticità della vita quotidiana non ci permettono di rilassarci come dovremmo e così entra in gioco lo yoga che «Ci mette a contatto con la parte più autentica di noi per essere presenti nel qui e ora».
Una disciplina che nel tempo ha permesso di sviluppare differenti tecniche ognuna delle quali ha milioni di praticanti in tutto il mondo. Oltre a rilassare il corpo, lo yoga calma il respiro e la mente e come afferma Accardi «Ci mette in una relazione nuova con noi stessi ed eliminando il chiacchiericcio mentale, si scopre il testimone interiore».
La regola principale della disciplina indiana è l’unificazione tra mente e corpo, tra microcosmo e macrocosmo. Le pratiche di meditazione durano un'ora ma, dipende dall'energia che si crea, anche tre ore o più, come afferma spiega il maestro.
Carl Gustav Jung, psichiatra, psicoanalista e antropologo svizzero nei suoi studi sulla psicoanalisi si domandò se gli europei siano veramente capaci, con la nostre cattive abitudini, di volere esercitare lo spirito.
"L’indiano non può dimenticare né il corpo né lo spirito; l’Europeo dimentica sempre o l’uno o l’altro". Sarà davvero così?
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