ATTUALITÀ
Crisi, in Sicilia va peggio. E il turismo? Vola
Diffusi i dati del report di Bankitalia sull'economia nell'Isola: disoccupazione in aumento, calo di investimenti, interi settori in stallo. Con una sola eccezione
Il turismo ci salverà? Per rispondere servirebbe una sfera di cristallo ma certo è, dati alla mano, che il turismo rappresenta in questo momento l'unica isola felice per l'economia siciliana.
Lo dice, nero su bianco, il report di Banca d'Italia che oggi ha diffuso le cifre sull'economia nella nostra Regione. Ed è un bilancio a tinte fosche, tutt'altro che rassicurante. Da un lato un tasso di disoccupazione in continua e allarmante crescita (stimato al 42,3%, con un -19,5% nel primo trimestre dell'anno rispetto al 15% dello stesso periodo del 2011); dall'altro un calo del 2,9% dell'occupazione, che vede al lavoro 41mila persone in meno rispetto all'anno scorso e fa scendere il numero degli occupati nella nostra regione, per la prima volta, sotto il milione e 400mila.
E ancora investimenti ridotti, calo delle aziende che chiudono in utile, flessione delle esportazioni (condizionate per almeno il 70% dal settore petrolifero) e, sullo sfondo, una crisi diffusa che compromette interi settori, dall'edilizia al terziario. Tutti dati legati alla difficile congiuntura globale: "Il deterioramento della crisi nazionale ed internazionale - spiega il direttore della sede di Palermo della Banca d'Italia Giuseppe Arrica - ha avuto ricadute pesanti e negative anche qui".
Cartina al tornasole della crisi, naturalmente, sono i consumi: in Sicilia la spesa da parte delle famiglie è in caduta libera, il che non stupisce se si considera che il 27% di queste si trova al di sotto della soglia di povertà. Di conseguenza soffre il commercio: secondo Findomestic la spesa per beni durevoli si è ridotta del 10,2% nel 2011. In altre parole, si comprano sempre meno elettrodomestici e autovetture. E soffre anche il credito, perchè diminuiscono i prestiti erogati alle famiglie, le quali d'altro canto sono sempre più in difficoltà con un livello di indebitamento superiore al resto del Paese.
A salvarsi, dunque, è soltanto il turismo: unico spiraglio di luce in un panorama tanto nebuloso, il settore è cresciuto infatti del 5,1%. La conferma arriva dall'analisi dei dati incrociati raccolti anche dalle associazioni di categoria. In particolare sono aumentati i pernottamenti e le presenze (nel 40% dei casi si tratta di stranieri).
E per il futuro? Non c'è da sperare troppo, almeno per l'immediato. Il report di Bankitalia non offre spunti di ottimismo riguardo ai prossimi mesi: "Se facciamo uan proiezione dei dati sul lavoro di cui disponiamo con riferimento al primo trimestre 2012 - ha commentato Ardica - dobbiamo dire che ci aspetta un'evoluzione molto negativa".
Nessuna possibilità, dunque? Si, ma dipende, e non solo dalla Sicilia: "La ripartenza dell'economia nell'Isola - ha detto Arrica - comporta il superamento di alcuni ostacoli strutturali, come quello di un'economia fortemente sbilanciata sul terziario e quello delle infrastrutture inadeguate. Ma dipende anche dalla ripartenza a livello nazionale, da dove però in questo momento, a causa del quadro congiunturale, non arrivano impulsi positivi".
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