ARTE E ARCHITETTURA
Claudio Verna, i colori e la "pittura-pittura"
Claudio Verna, ricercatore della luce, del colore e della materia pittorica, espone i suoi quadri in una personale alla Galleria Trentasette (visitabile fino al 18 novembre tutti i giorni dalle 10-13 e dalle 17-20, chiuso lunedì e domenica; via Albanese 37, Palermo): ventiquattro opere, tra tele e pastelli, che sondano e ricercano le mille declinazioni del colore. Verna si distingue, fin dagli inizi della sua carriera, per la scelta ostinata e costante di utilizzare e studiare il mezzo pittorico. Si oppone fin dagli anni settanta alla tendenza generale che vede la pittura come una tecnica ormai superata. La sua produzione quindi si inserisce nell’ambito della “Pittura analitica” che si caratterizza in quegli anni per una riflessione sul rapporto e la fisicità tra pittore e gesto del dipingere, tra il colore, il segno, la tela.
Forte è sicuramente il legame con la pittura di Malevič, Mondrian e Rothko, «per quella conciliazione intima», scrive Sergio Troisi nel testo in catalogo «tra le forme e le ragioni della geometria e il costante, lento moto di espansione luminosa che si ritrova in modi differenti, nella prima stagione della maturità dell’artista, tra gli anni Sessanta e Settanta: quando Verna era tornato a esporre […] al tempo in cui l’arte povera e la presenza nuda degli oggetti e delle materie sembrava proclamare, il superamento definitivo dell’esercizio della pittura riassorbito nella dialettica progressiva delle avanguardie»
.
I lavori più recenti, esposti alla Galleria Trentasette, confermano le motivazioni iniziali di Verna che nella “pittura-pittura” vede lo scopo o il mezzo della sua espressione artistica. Il “colore-luce” è la sua ossessione-passione e guardando il tratto con cui realizza le sue opere si può ripensare quasi alla ricerca neo-impressionistica. Crea inoltre senza alcun bisogno del disegno, elemento che lo ricollega al passato ma che lo porta al tempo stesso all’innovazione pittorica. Come è noto anche gli impressionisti realizzavano le loro opere senza alcun disegno preparatorio e l’esplosione dei colori puri era alla base della loro ricerca.
Bellissima la tela “Sipario, 2002” in cui predominano tratti di colore giallo, arancio e rosso. Le opere di Verna sono talvolta scandite da un ritmo e da una geometria, costruita da piccole croci su una nebbia indistinta di grigio e celeste in “Pratica feconda, 2006” e in tagli verticali di colore giallo in “L’esprit de finesse, 2006” che comunque non schematizzano e bloccano l’ipnosi del colore e la fluidità della luce. Il finito della tela e della pittura si mescola con l’infinito della fantasia dell’artista che trova nella pittura il giusto equilibrio per esprimere, attraverso un mezzo tradizionale, una pittura astratta ma vicina alla realtà e alle problematicità legate all’essere uomo.
Verna, nato a Guardiagrele, Abruzzo, nel 1937, vive e lavora tra Roma e Rapicciano di Spoleto. Ha esposto le sue opere in due edizioni della Biennale di Venezia (1970 e 1980) e in Sicilia ha partecipato alle mostre organizzate dall’Associazione “La Salerniana” di Erice nel 1996, dal Museo Civico di Gibellina nel 1988 e ha esposto alla collettiva “Revort II” a Palermo nel 1968. Gli studi di Claudio Verna sulla Pittura, la sua volontà di approfondire le problematiche legate ad essa, lo portano a pubblicare una serie di saggi sul tema e ad essere uno degli artisti più interessanti del panorama internazionale dell’arte contemporanea.
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