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Chiusura MiKalsa: le proposte e le iniziative

In seguito alla chiusura del MiKalsa molte le reazioni e i propositi; il gestore Lorenzo Quattrocchi profila un'estate di proteste musicali

  • 3 giugno 2010

La questione della chiusura del MiKalsa a causa del reato contestato di “spettacolo abusivo” è ormai cosa nota da una settimana, almeno tra coloro che hanno sempre frequentato il locale di via Torremuzza e per chi ha sempre seguito a Palermo la scena musicale cittadina (per maggiori informazioni è possibile consultare il link www.balarm.it/articoli/vis.asp?idarticolo=6136). Il gestore Lorenzo Quattrocchi, è attualmente in attesa di sapere se il locale verrà dissequestrato. Naturalmente non si è arreso. Contattato da noi telefonicamente dichiara: «Al di là di come finirà la vicenda - specifica - c’è voglia di fare qualcosa per la città e ci stiamo organizzando, con gli artisti che finora sono sempre stati vicini al locale e alla strategia culturale collegata ad esso». Senza ombra di dubbio, quindi, proteste musicali anche di grande impatto risveglieranno il tepore estivo della città. Mantenere viva l'attenzione, dunque, rimane prerogativa fondamentale.

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Lorenzo torna a precisare: «Le misure di sicurezza richieste per il rilascio dell’ormai famosa licenza C - quella riguardante la somministrazione di spettacoli o “serate danzanti” in locali pubblici - , per un locale da 100 persone come il MiKalsa, sono inattuabili: comporterebbero lavori strutturali che solitamente riguardano le discoteche. Tutto ciò è assurdo anche perché si fa riferimento a una legge promulgata da chi aveva una visione della collettività completamente diversa dalla nostra, legata alla realtà sociale degli anni ’30. La licenza, inoltre, è completamente blindata, poiché a numero chiuso». Inoltre, «È fondamentale far sapere che esiste una legge del 2001 che, a proposito dei locali notturni, sottolinea il concetto di capienza e fa una corretta differenziazione tra piccoli e grandi locali; non si capisce come in Sicilia tutto questo non sia stato ancora recepito».

«Quella del Mikalsa - continua - strategia culturale che in pochi a Palermo hanno attuato in questi anni. Il nostro locale infatti è l’unico che ha un cartellone artistico annuale completo, e col tempo è diventato un luogo aggregante, un terreno fertile dove fare cultura. Forse quello che ha dato fastidio in questi anni è che il locale si reggeva sulle proprie gambe… il messaggio che passa, alla fine, è che le attività abusive vengono lasciate in pace». E adesso, ci si chiede che cosa si farà in futuro. Lorenzo ha un’idea ben precisa: «Se le leggi riguardanti i pubblici esercizi sono così restrittive, allora bisogna pretendere delle deroghe, altrimenti dovrebbero chiudere tutti. Ci vogliono delle assicurazioni per gli esercenti in questo senso».

L’amarezza accumulata in questa settimana, però, è stata in qualche modo addolcita dalla risposta della gente, dalla conferenza stampa organizzata dal Centro Commerciale Naturale Piazza Marina & Dintorni, che si è interessata al problema: «Ho ricevuto tantissime email e di telefonate in questi giorni, e questo mi ha fatto capire cosa si possa fare in questa città. Nonostante tutto credo nelle potenzialità artistiche di questa città e se ci attiviamo tutti quanti forse finalmente riusciremo a dare una svolta». C’è quindi speranza che la “Palermo rumorosa” (definizione della rivista “Rumore” riguardante la nuova generazione di artisti palermitani) possa finalmente farsi sentire e fare chiarezza su un argomento che ormai da troppo tempo assilla esercenti, musicisti, clienti.

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