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Cerami al Biondo e il gruppo del Teatrino Clandestino al Bellini

  • 27 marzo 2005

Continuano i doppi appuntamenti del cartellone del Teatro stabile di Palermo che dal 30 marzo al 10 aprile propone contemporaneamente due spettacoli: al teatro Biondo, in via Roma 258, “Il comico e la spalla”, l’ultima commedia teatrale scritta da Vincenzo Cerami per il Teatro Stabile di Catania, mentre in scena al teatro Bellini, nell’omonima piazza cittadina, “Madre e assassina”, drammaturgia e regia di Pietro Babina. Approda a Palermo la tournée de “Il comico e la spalla”, diretto da Jean –Claude Penchenat, con Tuccio Musumeci, Pippo Patavina, Anna Malvica, Aisha Cerami e Fabio Ceccarelli, con il commento musicale di Nicola Piovani. Vincenzo Cerami, scrittore e sceneggiatore di film come “La vita è bella”, affronta, stavolta, il tema del conflitto d’identità, che si sviluppa, prima o poi, in tutte le coppie. I protagonisti di questa tragicommedia, divisa in due atti e caratterizzata da un particolare sviluppo meta-narrativo, sono due attori, che da anni lavorano insieme raccogliendo applausi e successo. I due artisti ripercorrono insieme la storia della loro amicizia, lunga e tumultuosa.

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Li lega un fraterno affetto che ha segnato la loro carriera ma anche la loro stessa vita. Sono il comico e la sua spalla, Alfio e Carmelo; l’uno è imprescindibile presenza per l’altro. Tra i due vi è un’intesa solida, un ricco bagaglio di ricordi comuni, piaceri e dolori di un’esistenza dedicata allo spettacolo e alla comicità. In realtà, però, dietro l’apparenza, si celano mille cose mai dette e silenziosamente sofferte. Come spesso accade, in situazioni simili a questa, è una presenza esterna a scatenare il conflitto a lungo covato: l’improvvisa intrusione, nel loro rapporto, della giovane Cristina, fa infatti barcollare ogni certezza e crea smarrimento e regressione nell’animo di Alfio e Carmelo. In scena, quindi, si ridefiniscono i ruoli, si ricostruiscono le verità e i due artisti sono costretti a mettersi a nudo. Nel finale Alfio e Carmelo, ritrovano se stessi solo nell’arte del far ridere, rimettendo sul volto le loro maschere da comici, forse perché non sono pronti ad affrontare altri tipi di drammi. La ragazza, invece, si prepara a diventare adulta e si allontana dal palcoscenico nel quale i due “guitti” sono definitivamente imprigionati.

Molto differente il tema dello spettacolo “Madre e assassina” (drammaturgia e regia di Pietro Babina, con Fiorenza Menni, una produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione – Teatrino Clandestino), nel quale si racconta del gesto estremo di una donna normale, Maddalena Sacer, che un mattino uccide i suoi due bambini. L’elemento focale del lavoro non è tanto il motivo del gesto estremo della donna, quanto la spaccatura tra la normalità del prima e l’estremismo del dopo. Un passaggio oscuro da cui ha origine questa enorme atrocità. Annichiliti dal potere allarmante di questo gesto, non trovando risposte, il quesito diventa, allora, «perché ci chiediamo perché con tanta ossessione?». Per il gruppo del Teatrino Clandestino, lo spettacolo è anche un momento di verifica della propria ricerca teatrale sull’uso dell’immagine elettronica e delle proiezioni video. Per informazioni su entrambi gli spettacoli è possibile telefonare al botteghino del teatro Biondo al numero 091.7434341.

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