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Casa Pitrè, il ristorante: cucina, arte e storia

Delizie culinarie sia etniche che nostrane, mostre di artisti siciliani e non, cene-degustazioni, concerti live ed esposizioni permanenti, nel cuore di Palermo

Balarm
La redazione
  • 27 aprile 2009

“Luogo di sosta per consentiti pubblici piaceri”: recita così il “sottotitolo” del ristorante e wine bar Casa Pitrè “Art in progress”, a Palermo in via principe di Villafranca 1. Una frase che in poche parole riassume perfettamente il senso di questo luogo, in perfetto equilibrio tra storia, arte e buona cucina. Casa Pitrè è infatti innanzitutto un luogo storico visto che il ristorante ha preso il posto della dimora del grande medico, scrittore e filologo, Giuseppe Pitrè. Ma è anche e soprattutto un luogo d’incontro, dove far sentire a “casa” i propri ospiti, un posto dove celebrare senza formalismi “i consentiti pubblici piaceri” e le arti in tutte le loro forme, a cominciare da quella culinaria.

Già entrando dal piccolo giardino, l’atmosfera che si respira ha un chè di rilassante e di esotico al tempo stesso: un angolo con i quotidiani del giorno, musica soft, arredamento sobrio ed elegante, e l’arte “spennellata” lungo tutte le pareti, a cominciare dalla “parete Bottari” con le opere di Lorenzo Maria Bottari in mostra permanente, per finire con le esposizioni che si susseguono di quadri, sculture e fotografie di artisti siciliani e non. «Ho avuto la fortuna di viaggiare tanto in giro per il mondo, dalle Americhe all’Indonesia dall’Europa all’Africa, e da questi luoghi ho “rubato” i piatti tradizionali, che oggi, rivisitati secondo il nostro gusto, propongo a volte ai miei ospiti»: parla con la passione negli occhi di chi ama il suo lavoro, Danilo Passalacqua, l’ideatore del progetto fin nel suo più piccolo dettaglio.
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«Qui concepiamo il cibo come un momento di piacere, e per questo primo di tutto, non rinunciamo alla qualità delle materie prime. Il nostro menù, infatti, cambia almeno due volte a settimana a secondo del pescato del giorno e delle primizie di stagione. In cucina siamo un “team di pensatori”: creiamo, sperimentiamo, proviamo, assaggiamo, e quando il piatto ha raggiunto il suo massimo equilibrio allora lo portiamo ai tavoli»: - continua Danilo. È una cucina tra innovazione e tradizione, infatti, quella di Casa Pitrè, territoriale sì, ma anche con accostamenti etnici.

Ed è così che vengono fuori le zuppe di cozze e todaretti, i bucatini alle arance, i piatti a base di formaggi dei nebrodi, ma anche Lomo Saltado (piatto tipico peruviano), il ribey argentino, le carni scozzesi, le crépes arabes e i libidinosi dessert preparati sempre da quel team di pensatori, che evidentemente, oltre che a pensare, è bravo anche a creare. Il tutto annaffiato da vini di tutto rispetto, tra autoctoni e non, insieme ad una particolarissima carta di birre belghe.

«Da aprile a giugno, oltre a concertini live nella parte all’aperto del locale ed a un ciclo di “mostre evento degustazione” - aggiunge Danilo- partirà la terza edizione delle cene d’autore: cioè delle cene a tema letterario, il cui menù è tratto dal titolo o dal contenuto di un libro, che tra una portata e l’altra viene letto dal suo stesso autore». Infine una chicca in anteprima: «“La terrazza a mare” di Casa Pitrè, per i nostri “pubblici e privati piaceri”… »: dice sorridendo. Il locale è aperto dal lunedì al sabato dalle 12 alle 15.30 e dalle 19 alle 2. Per informazioni o per prenotare, è possibile telefonare allo 091.6119087 o 340.9882436 oppure visitare il sito www.casapitre.it.
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