ARTE E ARCHITETTURA
Cala il sipario su Il Genio di Palermo 2005
Che il rapporto fra Palermo e il contemporaneo, in tutte le sue forme, sia difficile è parere condiviso, eppure la sesta edizione del Genio di Palermo, diretta come ogni anno da Eva Di Stefano ed appena conclusasi (Palermo, 28 settembre/2 ottobre), ha dimostrato che la città ha al suo interno le potenzialità per costruirsi un suo originale approccio all’arte contemporanea. Il Genio di quest’anno, infatti, ha evidenziato l’ottimo stato di salute delle nuove generazioni di artisti palermitani, confermando la tendenza ad un rapporto sempre più stretto tra la città, le sue espressioni artistiche ed il sistema internazionale dell’arte. A quei tanti visitatori che sono riusciti a completare il giro dei 32 spazi aperti si è presentata una Palermo ricca di talenti in aperto dialogo tra loro e attenta ai nuovi percorsi dell’arte, una città che cerca sempre di più un suo ruolo nella contemporaneità, tentando di scrollarsi di dosso anni di isolamento creativo. La selezione operata con dedizione da Daniela Bigi, Marina Giordano e Maria Antonietta Malleo è, pertanto, apparsa severa ed equilibrata, anche se forse un po’ troppo vasta, ed ha fornito ai visitatori la possibilità di fruire di 32 vere e proprie mostre personali, allestite in forte relazione con le caratteristiche dei singoli spazi.
Il premio della Fondazione Banco di Sicilia è stato, invece, assegnato ex equo ad Alessandro Di Giugno per il suo lavoro fotografico sui giochi di ruolo, che indaga gli aspetti deformanti e grotteschi del più svariato repertorio umano, e Francesca Tusa che ha realizzato un video in cui il palermitano fiume Oreto diventa metafora di abbandono, degrado e solitudine. Questi due artisti si divideranno la borsa di studio da investire per la loro formazione e crescita professionale. Il laboratorio Saccardi, sempre dissacratore e cinico alla sua maniera, usufruirà, invece, dell’Atelier/residenza di due mesi presso lo SMART Project Space di Amsterdam, mentre Federico Lupo si è aggiudicato quello presso il Künstlerhaus Bethanien di Berlino. Il premio del pubblico, novità di quest’anno, è stato, infine, assegnato a Filippo Messina con 92 voti su 700, il quale potrà realizzare una mostra personale nei locali di Velarredo, in via P.pe di Belmonte, che nei giorni del Genio ha ospitato la mostra Scatola nera, ben allestita da Agnese Giglia. Tra gli altri lavori segnaliamo i dipinti ed i disegni di Stefano Cumia, le istallazioni video ed audio di Gianluca Scuderi, i poetici e narrativi video di Giuseppe Stassi che riflettono sull’identità e scavano nell’anima dell’astante, nonché le foto dal forte impianto teatrale di Simona Scaduto e le inquietanti installazioni video ed ambientali di Alessandro Lo Cascio.
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