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Bruno Caruso, mezzo secolo di storie

Grazie alla sua sterminata produzione, Caruso ha attraversato quasi mezzo secolo passando per la natura, la letteratura, la storia siciliana, la psicanalisi e l’eros

  • 27 dicembre 2003

Resterà aperta fino a tutto il mese di febbraio la mostra, promossa dall’assessorato comunale alla Cultura di Palermo, dedicata a tutta la vita artistica di Bruno Caruso ed ospitata dalla palermitana Civica Galleria d’arte moderna, in via Turati 10. “I libri di Bruno Caruso – Monografie, cataloghi, libri illustrati, cartelle con incisioni, scritti” è il titolo dell’esposizione (aperta tutti i giorni, escluso il lunedì, dalle 9 alle 20, mentre la domenica, dalle 9 alle 13) che raccoglie trecentoquaranta opere tra libri illustrati (suoi o di altri, in tutto duecentoventi), dieci cartelle con opere grafiche, dieci dipinti, cinquanta tra disegni ed acquarelli e cinquanta acqueforti. Nato a Palermo, nel 1927, Bruno Caruso è noto in tutto il mondo per la sua capacità di spaziare da una produzione all’altra, grazie soprattutto alla sua eccellente capacità di trasmettere sensazioni vivide in chi ne osserva i suoi schizzi.

Grazie alla sua sterminata produzione, Caruso ha attraversato quasi mezzo secolo passando dai temi di grande impegno sociale ai suoi amori per la natura, la letteratura, la storia siciliana, la psicanalisi e l’eros. Sin dagli anni ’60, grazie alla sua passione per l’editoria e il mondo della carta stampata il pittore palermitano ha intrapreso una fruttuosa collaborazione con il quotidiano “L’Ora”, ma si è anche impegnato nell’illustrazione di libri e riviste. Oltre ad aver riletto le rughe di Leonardo Sciascia, di cui era grande amico, in un suo acquerello che lo ritrae in una dimensione tra l’onirico e il Liberty di Villa Igea e che ha fatto il giro del mondo, non si contano le amicizie che strinse con altre personalità famose: da Thomas Mann a Picasso, da Max Ernst a Magritte, da Camus a Chagall, da Stravinskij a Sartre, da Malcom X al Generale Giap, da Tennessee Williams a Ben Shahn, da Quasimodo a Vittorini.

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La mostra è, allora, un omaggio doveroso all’artista palermitano poiché rappresenta la prima esposizione antologica delle sue pubblicazioni, in una parola, di tutta la sua vita. «Bruno Caruso - ha evidenziato il sindaco Diego Cammarata all’inaugurazione della mostra, il 19 dicembre -  ha vissuto a lungo lontano da Palermo, incontrando i principali protagonisti dei nostri tempi. Tuttavia, non ha mai dimenticato le sue origini. I viaggi frequenti, la vita romana, le lunghe assenze hanno semmai rafforzato il legame con la sua terra. Gli umori e le passioni della sua gente, i paesaggi, le luci, i colori della Sicilia sono temi ricorrenti nella sua opera e ne costituiscono l’essenza. Questa mostra rappresenta, quindi, un omaggio ad uno dei più attenti conoscitori della realtà siciliana e insieme, ad un grande protagonista del secolo».

Pittore colto e di gran gusto, Bruno Caruso ha anche illustrato il testamento di Ho Chi Minh, si è soffermato sull’occupazione delle terre in Sicilia, sulla terrificante realtà dei manicomi, gli orrori del nazismo, le atrocità della mafia e le sue collusioni politiche negli anni ’60. Anche il mondo letterario ha sempre rivestito un ruolo predominante nella sua produzione, infatti, ha illustrato le opere di Machiavelli, Manzoni, Mallarmè, Ungaretti, Verga e Ibn Giubair. Tra le cartelle di grafica esposte: “Poesie di Ibn Hamdis” e “I grandi giardini” (accompagnati da un testo di Sciascia), “L’aquila e il falco”, dedicato a Federico II, “Tre acqueforti per Giovanni Verga” (testo di Natale Tedesco). 

Tra gli oli spiccano le “Magnolie appassite” dell’82 e il “Ragazzo con la cassetta miracolosa” dell’83, mentre tra gli acquarelli esposti, si potranno riconoscere gli ultimi dedicati al centenario del Teatro Biondo. Il catalogo, curato da Leonardo La Rocca, presenta testi di Natale tedesco, Aurelio Pes, brani critici, e 140 illustrazioni (40 a colori e 50 in bianco e nero), con un’appendice su tutte le pubblicazioni di Bruno Caruso.

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