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Brass: no ad un Natale da "piccola fiammiferaia"

Il rischio è che, travolti dal fragore di luci e canti natalizi, la mobilitazione messa in atto della Fondazione passi sotto silenzio: i concerti di protesta continuano

  • 18 dicembre 2012

«Non vogliamo un Natale da piccola fiammiferaia» dice Ignazio Garsia, presidente del The Brass Group. Il rischio è che, travolti dal fragore di luci e canti natalizi, la mobilitazione messa in atto della Fondazione passi sotto silenzio. Così, adesso, anche gli allievi della Scuola Popolare di Musica della Fondazione The Brass Group si sono uniti all'occupazione simbolica del Ridotto dello Spasimo.

La protesta pacifica dei lavoratori, partita il 30 novembre scorso con il quartetto di Vito Giordano, rinnova ancora una volta le proprie richieste, con un atto simbolico e incisivo, come solo la musica sa fare: mercoledì 19 dicembre, a partire dalle ore 21.30 il Blue Brass ridotto dello Spasimo vede esibirsi le classi di canto di Carmen Avellone, Flora Faja e Lucia Garsia. Gli studenti, accompagnati dai docenti, propongono inoltre un song book di “Christmas in Jazz”.

L'appello, reiterato, è destinato sia alla giunta regionale, affichè la Fondazione goda dei finanziamenti la cui destinazione è stata sospesa, sia al Sindaco di Palermo affichè eviti il pagamento del canone di affitto (richiesto dalla passata amministrazione) promuovendo il Comune come socio della Fondazione. Per 14 anni il Brass ha goduto a titolo gratuito della sede dello Spasimo, assegnatagli proprio dall'amministrazione comunale. La giunta Cammarata chiese poi nel gennaio 2012, 200 mila euro di affitto arretrato.

«Siamo fiduciosi che le attenzioni di solidarietà riservateci dal sindaco Orlando - dichiara Ignazio Garsia in una nota - si concretizzeranno presto nella partecipazione del Comune, in qualità di socio della Fondazione, e nella conseguente concessione d'uso dello Spasimo, consentendoci così di riprendere presto le attività istituzionali. Nella speranza che il nostro presidente Crocetta metta fine anche alla macelleria culturale perpetrata nel corso della precedente legislatura ai danni dell’Orchestra Jazz Siciliana».

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