ATTUALITÀ
Bellolampo, e poi? Se Palermo "si abitua" ai rifiuti
Spento il rogo in discarica ora é emergenza Ato: la bocciatura della legge di riforma da parte del Commissario dello Stato rischia di paralizzare la raccolta
Se questa mattina vi siete svegliati con il sollievo di un incubo che si è dissolto, o con addosso quella insolita, piacevolissima leggerezza di chi sa di essersi tolto un peso dal cuore (o dai polmoni, in questo caso), beh, disilludetevi pure.
Si, è vero, l'incendio all'interno della discarica di Bellolampo è stato spento, questa volta sul serio, anche se ci son voluti dieci giorni. E si, è vero, timori e ansie legate al rischio di contaminazione ambientale sembrano evaporare con la nube alla diossina: i dati dell'Arpa sono stati confermati appena ieri dal tavolo tecnico inter-istituzionale (parola difficile per dire che attorno allo stesso tavolo si sono seduti tutti i rappresentanti di istituzioni e organismi che sulla faccenda Bellolampo hanno, ciascuno per sè, competenza).
E allora? Tutto rientrato, dunque? No, la munnizza sembra proprio voler diventare la cifra stilistica di questa rovente estate palermitana. Se si potesse davvero, fuor di metafora, spacciarla per arte, allora Palermo intera, così com'è, sarebbe adesso un capolavoro vivente, un museo a cielo aperto.
E non solo perchè le fiamme a Bellolampo hanno messo fuori uso una discarica che aveva già i suoi problemi (una parte dei quali adesso al vaglio della Procura), e perchè nel frattempo la raccolta dei rifiuti è andata in tilt, trascinando la città in un baratro di sporcizia e di puzza.
A metterci il carico da undici, in queste ore, anche lo stop alla legge di riforma degli Ato rifiuti, impugnata martedì 7 agosto dal Commissario dello Stato e bollata come "contraddittoria". Risultato: il passaggio delle competenze ai nuovi consorzi, approvato dall'Ars alla fine della legislatura, viene così congelato. E congelati restano, soprattutto, quei finanziamenti per un miliardo di euro attesi dalle aziende private che avevano svolto il servizio. Ora l'Ars è "in vacanza", e non potendo legiferare fino alle nuove elezioni è difficile che a questa battuta d'arresto si possa mettere una toppa.
Proprio adesso che, finito l'incubo Bellolampo, si sperava in un ritorno alla normalità, i palermitani rischiano di vedere la città sprofondare nell'immondizia. E rischia di fare la stessa fine l'intera regione: non a caso l'Anci (l'associazione dei comuni) lancia l'allarme paralisi e invoca l'intervento di Lombardo nella sua veste di commissario per l'emergenza rifiuti.
Intanto i disagi restano, e restano le proteste dei residenti (come quella di oggi in via Castellana). Dal centro alla periferia i cumuli di immondizia e le discariche a cielo aperto si moltiplicano. E i rifiuti invadono ogni cosa: marciapiedi, mercati, portoni d'ingresso dei palazzi e fermate dell'autobus. In alcuni casi scompaiono alla vista persino i cassonetti, sepolti sotto montagne di sacchetti di spazzatura. E spesso, sempre più spesso, interi quartieri vengono invasi dal fumo acre della plastica bruciata e dalla fuliggine dei tanti incendi appiccati a cassonetti e campane per la differenziata. Cartolina di Palermo, oggi. E forse anche domani.
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