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Alessandro Di Giugno: l’indispensabilità dei sogni

“Jardin planétaire”, questo è il nome della mostra di Alessandro Di Giugno che resterà aperta fino al 15 febbraio

  • 28 gennaio 2004

La fotografia non per documentare, immortalare la maestosità di un paesaggio ma per cogliere un messaggio e suggerirlo dolcemente all’osservatore. Per Alessandro Di Giugno, che espone le sue foto all’Arèa di Palermo, in piazza Rivoluzione, indispensabili sono semplicemente i sogni: come in “Fontanello” che, con la sua nudità trasmette l’idea stessa dell’esser sognatore e che i sogni li porta con sé sotto forma di due pesci rossi.

Jardin planétaire”, questo è il nome della mostra, è stata inaugurata inaugurata il 13 gennaio e resterà aperta fino al 15 febbraio dal martedì alla domenica. Chiaramente, il pubblico è chiamato ad un’intensa opera d’immaginazione nell’osservare le fotografie di Alessandro Di Giugno. In Marino, ad esempio, Narciso-ginnasta sospeso sul mare, risaltano tre particolari: la cuffia, il costume e un galleggiante che placido dondola sull’acqua, proprio come se si volesse porre l’accento sul raziocinio, sugli istinti umani e sottolineare che l’uomo è sempre preda di questi: testimone il galleggiante ai suoi piedi.

Nei paesaggi invece rapisce quel particolare capace, con la sola presenza, di porre uno squilibrio con tutto quanto lo circonda e divenire “faro” che non solo segnala un percorso, indica una via ma che è anche, diametralmente, portatore di dubbi e inquietudini, proprio come sembrerebbe suggerire Piantarossa: la violenza e fragilità di uno stecco rosso che si erge rispetto gli sterpi da cui è circondato e dei quali fa parte, con un sottofondo dei colori tenui e delicati propri dell’alba che, annunciatrice di un nuovo giorno, si staglia all’orizzonte. All’Arèa, si può accedere gratuitamente (dalle 21 a mezzanotte) a questa affascinante mostra e lasciarsi trascinare nella piacevole visione che è anche interrogativo e dubbio sull’essere.

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