ARTE E ARCHITETTURA
Al Politeama rivive il principe Totò
Era il 5 maggio 1956. Il principe Antonio De Curtis, in arte Totò, lasciava definitivamente e tragicamente il palcoscenico. Teatro dell’epilogo il “Politeama Garibaldi” che lo vuole protagonista di “A Prescindere”, rivista di Nelli e Mangini. Durante il primo sketch, Totò, vestito da Otello con la spada in mano, al grido di “Otello io sono!” perse l’equilibrio spezzando la spada. I suoi occhi non videro più e intorno a lui scese il buio più fitto. Costretto con la sua abilità ad accelerare lo spettacolo, tagliando molte battute, cercò di resistere fino alla fine. Due giorni dopo lo spettacolo fu sospeso con grande disappunto del famoso impresario Remigio Paone che, non credendo alla gravità dell’accaduto, inviò all’artista una visita fiscale presso l’albergo Villa Igiea. Nel frattempo duemilacinquecento persone si accalcavano al botteghino del teatro. Da quel giorno il principe non riacquisto più l’uso della vista. A quasi 50 anni da quella triste circostanza Palermo e il Teatro Politeama Garibaldi celebrano il più grande e riconosciuto comico italiano del ‘900.
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