TEATRO
Al Patafisico "Parole d’onore" di Attilio Bolzoni
Il debutto in lingua inglese nel 2009 al Fringe Festival di Edimburgo. In scena Marco Gambino che interpreta Riina, Buscetta, Mutolo e Greco
E adesso la mafia ce la spiegano loro, quelli che la fanno, quelli che lo sono, proprio quelli che in fondo ne hanno sempre negato l’esistenza. Il romanzo "Parole d’onore" di Attilio Bolzoni, è diventato uno spettacolo teatrale.Il debutto in lingua inglese nel 2009 al Fringe Festival di Edimburgo ha riscosso un notevole successo a cui ne è seguito un altro a Londra. Promotrice del debutto in Italia, al piccolo teatro Eliseo di Roma, la regione Lazio e adesso finalmente a Palermo, sabato 22 ottobre, alle 21, al Piccolo Teatro Patafisico.
Si tratta di un mondo a parte, che ha le sue regole, che ha i sui dogmi e la sua fede. Già, perché anche il sincretismo con la religione, pur deviato dalla logica comune, è sintomo di moralità e onorabilità nell’ambiente mafioso. Senza troppi poetismi la mafia nuda e cruda è raccontata direttamente con le parole dei boss e di altri pentiti. Bolzoni ha messo insieme anni e anni di confessioni, indagini, registrazioni per svelare un cancro che deturpa la Sicilia da troppo tempo in virtù di un onore al quale tutto si deve sottomettere.
Ferocia e religiosità, famiglia e rispetto, onore e criminalità.
Un vocabolario cifrato, un’altra lingua con la sua sintassi. Adattato per la forma teatrale dallo stesso Bolzoni insieme con Marco Gambino e Manuela Ruggiero, sceneggiatura e regia si presentano scarne, come una sorta di scatola nera per mettere meglio in evidenza la gestualità,e se volgiamo, la brutalità delle stesse parole, vere protagoniste.
Unico attore presente sulla scena Marco Gambino: adesso è Totò Riina, poi Buscetta, ma anche Gaspare Mutolo e ancora Michele Greco. Unico personaggio femminile Patrizia Bollini nei panni della donna siciliana, nelle sue forme e nel suo comportamento, nel suo rigore e nel suo amore. Far parlare della mafia ai mafiosi. Ascoltarne le parole e i dettagli che sembrano inutili e banali. Comprendere la follia esasperante di certi comportamenti, che sfiorano il ridicolo. È questa la mafia: messa a nudo, per ripulirla da quell’alone di mistero e (dis)onorabilità di cui si vuol fregiare.
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