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Al Lelio Lucia Poli è la scrittrice Colette

  • 11 dicembre 2006

Il fascino del music-hall, l’emancipazione di una scrittrice come Colette e la bravura di Lucia Poli sono i tre ingredienti fondamentali che fanno di “Chanson Colette”, in scena al Teatro Lelio di Palermo (in via Antonio Puritano,5/a) il 16 dicembre alle 21.15 e il 17 alle 17.15, uno spettacolo degno di nota. Colette, come scrittrice, ha sempre messo al centro di ogni suo romanzo se stessa, Lucia Poli dunque ha scelto di mettere in scena non un testo composto dalla scrittrice francese ma la donna Colette in persona.

Poli interpreta una Colette in età matura che si confessa ad un’amica (Renata Zamengo) anche lei donna di spettacolo. Colette si racconta e focalizza l’attenzione su un momento particolare della sua vita: i sei anni duranti i quali lavorò nel music-hall, all’inizio del secolo scorso. E si tratta di una donna di spettacolo che narra i lustri e i fasti della scena del music-hall descrivendo la sua ascesa da ballerina a scrittrice. Tournée che si intrecciano a ricordi di vita, amori con uomini che alla volta sono mariti scrittori, amanti incestuosi, baroni; momenti amari e dolci, attimi imbevuti di solitudine oppure di promiscuità. C’è la storia della separazione di Colette dal marito,“Monsieur Willy”, che l’aveva spinta a scrivere la serie di "Claudine" firmandola poi col suo nome e accaparrandosi soldi e meriti.

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Ci sono i ricordi di scandali come quello scoppiato al Moulin Rouge quando aveva presentato al suo fianco, in un ruolo maschile, la sua amante, la marchesa di Belbeuf detta Missy, e l’opera era stata immediatamente interrotta. Oppure lo scalpore suscitato da un seno nudo di Colette nella pantomima “La Chair” che aveva provocato lo shock del pubblico. Tuttavia questi avvenimenti sono accompagnati da una dolce e costante presenza: quella di Sido, madre di Colette. Si tratta di una figura femminile che occupa “la scena dei ricordi” grazie alle cartoline ingiallite (un centinaio circa) che sfilano sullo sfondo e che la scrittrice inviò alla madre dalle sue tournée. «Ho voluto far arrivare al pubblico – dice Lucia Poli – un’eco di quelle immagini in modo che, seguendo questa geografia sentimentale, potesse penetrare al di sotto della superficie del personaggio di Colette. Sido è il punto di riferimento, in mezzo a tanti mariti, amanti, amiche e amici e compagni di lavoro».

Il pubblico si trova dunque a confronto col ritratto di una donna intenta a districarsi tra le intemperie della vita e che, per merito del suo spirito spregiudicato e di un’estrema intelligenza, intraprende un vero e proprio percorso verso l’emancipazione. Lucia Poli, sempre attenta al mondo femminile, negli ultimi anni ha affrontato autrici moderne e contemporanee: nel 1982 Karen Blixen in “La scimmia”, poi Dorothy Parker in “Per Dorothy Parker”, Ivy Compton-Burnett in “Deliziosi veleni” e infine, nel 1999, “Patricia Highsmith: brividi” dedicato alla grande giallista americana. Confrontarsi con l’irriverenza di Colette sembrava un passaggio quasi d’obbligo. “Chanson Colette” non è però uno spettacolo di sole parole: i racconti si alternano infatti a canzoni d’epoca, pantomime, giochi, travestimenti e bizzarri numeri. La scena e i costumi sono di Tiziano Fario, le musiche di Jacqueline Perrotin. La sceneggiatura è di Lucia Poli e Valeria Moretti. Per informazioni e prenotazioni è possibile telefonare allo 09116819122.

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