LIBRI
Addio a Elvira Sellerio: una vita intera per i libri
Una donna capace di vivere tanto intensamente la letteratura da farne un modo di essere, circondata da libri e da monoscritti
Palermo saluta e rende omaggio ad un simbolo della Sicilia migliore: Elvira Giorgianni in Sellerio, morta all’età di 74 anni dopo una lunga malattia, che, nonostante tutto, non le aveva impedito di continuare a svolgere il suo lavoro di editore, con intuito e tenacia, come sempre. Era per tutti “Donna Elvira”, lei, nata a Palermo nel 1936, laureata in giurisprudenza e dipendente dell’Eras, da cui si licenziò per investire tutto in un progetto editoriale fatto di amore, di tradizione, di innovazione. Una donna capace di vivere tanto intensamente la letteratura da farne un modo di essere, circondata da libri e da monoscritti, veloce e diretta con i collaboratori; capace di scelte ardite e difficili per la Sicilia allo scadere degli anni Sessanta. Elvira Sellerio era un solido riferimento culturale.
L’“esperimento” editoriale, partito da un centro periferico come Palermo, sorse nei locali di via Siracusa 50, non lontano dall’abitazione privata di famiglia. Elvira ed il marito Enzo Sellerio, fotografo, senza esperienze editoriali, ma supportati da amici-consulenti del calibro di Leonardo Sciascia e Antonio Buttitta, fondarono la “Sellerio”, una scommessa tutta palermitana e siciliana, ma a vocazione nazionale. Così, mentre Donna Elvira si occupava della saggistica e della narrativa e il marito sopratutto di arte, la Sellerio si imponeva sulla scena nazionale e internazionale già da “L’Affaire di Moro” di Leonardo Sciascia nel 1978. Di pubblicazione in pubblicazione, di collana in collana la casa editrice cresceva fino ad essere riconoscersi ne “La Memoria”, dall’inconfondibile copertina blu, elegante ma allo stesso tempo economica, che ha fatto conoscere dovunque il commissario Montalbano di Camilleri. I nomi degli scrittori “scoperti” e “lanciati” da Elvira Sellerio in questi anni sono stati tanti ed importanti : da Gesualdo Bufalino, vincitore del premio Campiello nel 1981 con “Diceria dell' untore” a Salvatore Silvano Nigro, da Luciano Canfora ad Adriano Sofri, da Andrea Camilleri a Santo Piazzese.
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