CURIOSITÀ
Li aspettavamo (ma non troppo): anche la Sicilia fa i conti con i "giorni della Merla"
Ce lo dice il freddo intenso che sentiamo quando mettiamo il naso fuori da casa e le previsioni meteo. Cosa raccontano le leggende popolari sugli ultimi giorni di gennaio
C'è chi li fa coincidere con gli ultimi tre giorni di gennaio, quindi sabato 29, domenica 30 e lunedì 31, ma altri invece dicono che cadano gli ultimi due giorni di gennaio e il primo di febbraio.
Nell'Isola quest'anno scommettiamo tutti che la tradizione verrà rispettata, ce lo dice il freddo intenso che sentiamo quando mettiamo il naso fuori da casa e gli strati di maglioni, i cappelli e i guanti che indossiamo prima di azzardarci a farlo.
L’Italia del Sud è interessata di nuovo dal Burian che continua a mantenere condizioni fredde e perturbate. Il nome derivante dal russo si traduce in "vento molto forte" e porta con se temperature besse e talvolta anche neve. Ma non è detto che il quadro generale possa cambiare in bello.
In generale la tradizione vuole che gli ultimi giorni di gennaio e i primi di febbraio siano considerati i più freddi dell'anno, ma non si tratta solo di credenze popolari quanto di statistiche ricavate dalle previsioni metero negli anni. I dati dimostrano, infatti, che nei primi trenta giorni dell’anno esiste una piccola parentesi di clima più mite per poi vedere precipitare le temperature verso un clima più rigido.
Ovviamente anche in Sicilia, come nel resto d'Italia, sono tanti i racconti tramandati da generazioni e generazioni divenuti storie per far dormire i bambini.
Leggenda narra che tanto tempo fa i merli non fossero neri, ma bianchi. Una merla, per ingannare gennaio, che, forse per prendersi gioco di lei, le regalava solo pioggia e freddo, decise di nascondersi con tutta la sua famiglia e fare scorte di cibo, uscendo allo scoperto solo l'ultimo giorno del mese, che ai tempi si dice durasse ventotto giorni.
Gennaio che non accettava questo smacco da un piccolo volatile e chiese in prestito a febbraio tre giorni per scatenare una tempesta di neve e gelo. Per ripararsi, la merla si rifugiò dentro un camino, sporcandosi irrimediabilmente le piume. Da allora i merli sono diventati neri.
Secondo una tradizione lombarda invece la “Merla” era il nome di un cannone che un esercito avrebbe dovuto trasportare da una sponda all’altra del Po: per farlo, approfittò proprio delle giornate più fredde dell’anno, quando in alcuni tratti il fiume ghiacciava. Il cannone “Merla” compare anche in un’altra versione, che però fa risalire la vicenda al 1510.
Quest'anno, dopo un inverno altalenante in cui periodi freddi si sono intervallati a lunghe pause anticicloniche, pare proprio che negli ultimi giorni di gennaio potremmo assistere al ritorno di temperature rigide.
Quindi non mettete ancora via sciarpa, guanti e cappello.
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