CRONACA
"Le ragazze fanno grandi sogni": così le adolescenti di Borgo Vecchio immaginano il futuro
Le storie difficili di Palermo sono tante ma spesso si sviluppano lungo uno stesso filo rosso. Con REACT, bambine e adolescenti imparano che sognare in grande è possibile
Save the Children, a livello nazionale, scatta una fotografia impietosa di cosa significa essere ragazze e adolescenti oggi, rilevando che in Italia circa 1 milione e 140 mila ragazze tra i 15 e i 29 anni rischiano, entro la fine dell’anno, di ritrovarsi nella condizione di non studiare, non lavorare e non essere inserite in alcun percorso di formazione, rinunciando così ad aspirazioni e a progetti per il proprio futuro con picchi che si avvicinano al 40% in Sicilia e in Calabria.
La pandemia e il lockdown hanno aggravato questa situazione, rendendo molto alto il prezzo da pagare alle adolescenti che vivono nei quartieri cosiddetti a rischio, anche per via di una scarsa attenzione da parte delle istituzioni nei confronti dei più giovani.
Ci pensa il progetto REACT, con l’équipe di operatori di Per Esempio Onlus, a dare loro una speranza, perché ci sono altre strade da percorrere oltre a quelle che pensano. Lo fa, per cominciare, con la urban dancer Martina Frozzy Pò, con una biologa nutrizionista e un corso di educazione alimentare, con una ginecologa.
L’obiettivo è quello di accrescere la consapevolezza del loro corpo e dell’impatto delle loro abitudini, realizzando tre attività che adottano i linguaggi più popolari tra le adolescenti.
«Parlare il linguaggio delle adolescenti con cui ogni giorno ci confrontiamo è fondamentale per restare connesse con le loro esigenze - afferma Danila Taccone, psicoterapeuta e operatrice di REACT - Il percorso “Le ragazze hanno grandi sogni” ci sta permettendo di approfondire argomenti o pratiche che le ragazze hanno voglia di scoprire, ma che spesso sono circondati da forti tabù.
Nel realizzare questa iniziativa siamo state affiancate da professioniste, come la biologa nutrizionista Federica Barreca e la urban dancer Martina Frozzy Pò, che hanno colto appieno lo spirito della nostra iniziativa e sono entrate immediatamente in sintonia col nostro gruppo. Questi incontri sono diventati il modo per tenere le ragazze all’interno di percorsi educativi, fattore che può ridurre il rischio di dispersione scolastica e di gravidanze in giovanissima età».
«Presto verrà lanciata una call di competenze per continuare a portare avanti il progetto. Chiunque voglia offrire gratuitamente un contributo educativo sotto forma di laboratori o workshop tematici al nostro percorso rivolto alle ragazze di Borgo Vecchio - spiega Martina Riina, antropologa e coordinatrice del progetto - sarà invitato a candidarsi. Crediamo molto nei processi di comunità e siamo convinti che solo attraverso questi riusciremo ad arginare i fenomeni di esclusione, che in questo caso particolare interessano le giovani donne».
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