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Lascia la Sicilia (e pure un posto fisso): così Luigi si reinventa dall'altro capo del mondo

E pensare che in Australia neanche voleva andarci. Dopo diversi anni a Padova e mille peripezie, però, decide di lasciare l'Italia. Ora qui ha trovato la felicità

Sara Abello
Giornalista
  • 9 luglio 2024

Luigi Proto con la moglie Eleonora e le due figlie Julia e Nina

L’Australia è il suo futuro e non crede possa accadere qualcosa che lo porti via da lì...«Poi chissà, io nemmeno volevo venirci», racconta con un velo di ironia Luigi Proto. Leggerezza che cela poi una verità un po’ meno divertente ma fin troppo comune, quella di questo trentacinquenne originario di Falcone, in provincia di Messina, che ha condiviso con noi la sua storia, quella di chi quasi dieci anni fa ha lasciato la Sicilia.

Appassionato di calcio e di musica, Luigi si può reputare fortunato per esser cresciuto in una famiglia sana e calorosa, un’infanzia serena dove il nucleo non era fatto solo da mamma, papà e sorella, ma anche dagli zii, i cugini e i nonni con cui si riunivano costantemente. Ha lasciato il paesino nel 2007 per studiare all’Università di Catania, dove nel 2011 si è laureato in Scienze Geologiche, vivendo una prima esperienza da fuorisede “lontano” da casa.

Il primo vero trasferimento arriva però subito dopo, quando decide di studiare per la laurea magistrale in Geologia Tecnica a Padova, conseguita nel 2013. Va a vivere lì con la sua fidanzata Eleonora che, nel frattempo, è diventata sua moglie, e insieme sono diventati genitori di due bimbe: Julia di sei anni e Nina di quasi un anno.
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Dopo la fine degli studi sono rimasti in Veneto più o meno per un altro anno, sperando di trovare un’occupazione stimolante in ambito geologico. Non ha avuto purtroppo molta fortuna però e nel 2014, insieme ad Eleonora, decide di tornare in Sicilia.

Un passaggio che si prospettava come fugace, perché si era aperta l’opportunità di lavorare in Nigeria per un grosso progetto di ingegneria, che in realtà lo lascia in vana attesa di partire per mesi. A quel punto, “per perso e perso”...Luigi ed Eleonora tornano a Padova l’anno dopo, per circa sedici mesi, l’occasione questa volta è data da un lavoro con Poste italiane che lascia tuttavia Luigi insoddisfatto.

«Personalmente ho sempre sognato altro nella mia vita - racconta - Il posto fisso a Poste italiane non mi soddisfaceva per varie ragioni, e poi come coppia volevamo una famiglia che con l’instabilità data dal non sapere cosa ne sarebbe stato del nostro futuro portava all’infelicità. Decidemmo che dovevamo provare a riscattarci fuori dall’Italia, al nord ci avevamo provato e alla fine non ci è bastato».

Dopo varie discussioni sul dove andare, Luigi ammette di essersi fissato con la Germania, Eleonora propone l’Australia. Lui giustamente non è che ne fosse straconvinto... Lontana è lontana e non gli si poteva dire nulla su questo. Poi però una cosa tira l’altra e iniziano a guardare video su youtube, contattano persone per fare networking e, passo dopo passo, Luigi si lascia convincere. Meno male viene da dire!

Prima di questo passo ne fanno un altro, quale sia stato il più grande non saprei dirvelo perché non sono mai stata in Australia e a dirla tutta neanche sposata... fatto sta che inizano a mettere qualche soldo da parte e convolano a nozze. Per la precisione nel giugno del 2016 lasciano Padova, l’11 luglio si sposano, il 7 agosto partono per Perth utilizzando il denaro ricevuto per le nozze come “cuscinetto” per i primi tempi.

Quando si dice “tre mesi intensi” eh...

Da allora e per sette lunghi anni non hanno più fatto ritorno a casa. La scelta di Perth, una delle capitali più isolate al mondo, più vicina a Singapore che a Sydney, non fu per autoinfliggersi chissà quale punizione, ma perché Luigi, con il suo lavoro da geologo, lì avrebbe avuto più possibilità di far carriera nel settore minerario. Peccato però che siano arrivati in un periodo grigio per l’estrazione mineraria, e avendo il classico permesso per una vacanza-lavoro, non veniva preso molto in considerazione quando si candidava per le posizioni aperte.

Come se non bastasse aveva un solo anno di tempo per giocare le sue carte... A mali estremi, estremi rimedi, e Luigi quasi per caso inizia a collaborare nella pizzeria di un ristorante italiano i cui proprietari erano di origini siciliane. Un po’ di tira e molla e vari episodi fortunosi dopo, si arriva al 2021 e, nonostante il Covid e problemi finanziari legati al ristorante, arriva anche il visto permanente.

Ovviamente l’impatto con il continente oceanico non è stato proprio ottimo per varie ragioni. L’Australia è bella ma è molto diversa dall’Italia e come dice lo stesso Luigi: «L’Australia non è per tutti. Dipende tanto dalle storie di vita. Noi siamo partiti con l’intento di “dobbiamo riuscirci e basta”. Molto deriva da cosa desideri dalla tua vita e da come la vedevi in Italia. Studiare anni per fare il geologo e poi trovare lavori con rimborso spese o, addirittura gratis...Qui è tutto diverso. Ti pagano per le ore che fai e soprattutto ti puoi reinventare a tutte le età. È totalmente un altro mondo».

A proposito di reinventarsi, Luigi ed Eleonora lo hanno fatto tante volte in questi anni...da geologo a pizzaiolo, con una parentesi come au pair (ragazzo alla pari) lui; manager di sala, cameriera, assistente agli anziani e ora, dopo la maternità, assistente sociale lei. Dal 2021 si sono stabiliti a Kalgoorlie, più o meno in mezzo al nulla, dove Luigi è tornato a fare il geologo per una grossa compagnia che mina oro.

Tanti amici, sia italiani che di altre nazionalità, e l’acquisto di una casa lo scorso anno iniziano a dare la sensazione che ogni elemento delle vite della famiglia Proto stia trovando la sua dimensione. Le bambine purtroppo crescono lontane dalla famiglia dei genitori, questa è l’unica pecca, e solo lo scorso anno Julia, la maggiore, ha potuto conoscere nonni, zii e cuginetti durante il primo viaggio fatto in Italia da quando mamma e papà si sono trasferiti.

Verso la sua Sicilia Luigi nutre un grande amore per la sua magnificenza, eppure non può fare a meno di odiare l’impossibilità di vivere qui il futuro, l’in- certezza e l’incuria che, ammette, sono problematiche nazionali e non solo isolane. Riconosce di non aver idea di cosa gli riservi il futuro ma, al contempo, sembrerebbe quasi certo che la loro casa, il loro posto nel mondo, sia proprio l’Australia che li ha accolti tanto tempo fa e ha permesso loro di diventare una famiglia felice.
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