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Lancia un cellulare e non si scusa, l'ira di Can Yaman a Palermo: "Era solo un maleducato"

Le immagini hanno scatenato commenti e polemiche contro l'attore di "Viola come il mare 2", che a distanza di poche ore ha dato la sua versione dei fatti

Balarm
La redazione
  • 19 ottobre 2023

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«I miei fan non sono così. Quello non è un fan». Inizia così la replica-sfogo di Can Yaman dopo l'episodio avvenuto fuori dal Teatro Politeama di Palermo, in cui l'attore turco ha strappato il cellulare dalle mani di un giovane mentre lo riprendeva e lo ha lanciato per terra.

L'episodio, che è stato a sua volta ripreso dai tanti fan presenti sul posto, è rimbalzato sui social. Il celebre attore è a Palermo per le riprese della serie tv Mediaset "Viola come il mare 2", che lo vede protagonista insieme all'attrice siciliana Francesca Chillemi.

Le immagini hanno scatenato commenti e polemiche contro l'attore, che a distanza di poche è intervenuto per dare la sua versione dei fatti.

«I miei fan non sono cosí. Quella persona è stata molto maleducata sin dal primo momento, non ha mai chiesto una foto, tantomeno ha salutato.

Ha iniziato - racconta l'attore - non facendo salire Roberto nonostante gli avesse chiesto di spostarsi, rispondendo in maniera prepotente e minacciosa più volte, con frasi del tipo: "Rilassati, stai calmo, non ti farebbe bene...". Senza muoversi e continuando a dare fastidio puntandoci il flash negli occhi.
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Quando finalmente gli ha permesso di salire in macchina, ha continuato a riprendermi ad un centimetro, come se fossi un animale in gabbia o un oggetto. Quello non è un fan, io riesco a capire chi è un fan e chi no. Non sono stato e mai sarò maleducato con un fan vero, che mi rispetta e soprattutto che non mi molesta.

Non ho mai negato una foto o un abbraccio, e mai ho avuto bisogno di reagire se non davanti a cosi tanta maleducazione.
Lo so che piace l'idea che noi siamo matti e sempre in mezzo agli scandali, ma la verità è che siamo solo costantemente provocati.

Finchè ci sará maleducazione - conclude -, dirò la mia e reagirò piuttosto che tacere e starmene buono. Anche perché se sto buono non avete più niente da scrivere...».
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