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Lago artificiale o piscina sacra: l'enigma fenicio (irrisolto) dell'antico kothon di Mozia

Non ne sono giunti molti ai giorni nostri. Quello che si trova in Sicilia si inserisce in un contesto archeologico e naturalistico di pregio, ma l'uso rimane un mistero

Balarm
La redazione
  • 18 gennaio 2024

Il kothon di Mozia visto dall'alto

Una delle più misteriose attrattive di Mozia è un'antica piscina d'epoca fenicia, nota come kothon.

Bacini idrici presenti all'interno dei porti fenici, il loro uso ancora non è chiaro. Da un punto di visto archeologico, si avanza l'ipotesi di un luogo di ricovero per le navi da riparare o un bacino artificiale, legato a culti locali.

Non ne sono giunti molti fino ai giorni nostri. Ve ne sono due a Cartagine e uno per ciascuna delle seguenti località: Mahdia, Béni Saf, Utica e Mozia. Quello che si trova in Sicilia si inserisce in un contesto archeologico, storico e naturalistico di grande pregio.

Nell'isolotto che sorge di fronte alla costa occidentale della Sicilia, dove i Fenici fondarono un fiorente insediamento, il bacino d'acqua è orientato secondo i punti cardinali.

Costruita come centro dell'area sacra del dio Baal, nonostante la vicinanza del mare, la piscina era piena d'acqua dolce che sgorgava da una sorgente sotterranea.
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Il kothon raccoglieva le acque di tre sorgenti ed era collegato al vicino Tempio, simile al tempio di Astarte di Kition, a Cipro.

Le indagini geologiche hanno dimostrato che il pozzo sacro del Tempio riceveva acqua fresca dalla stessa sorgente che allagava la piscina.

I due monumenti erano così collegati da un sistema sotterraneo, riconducibile alle concezioni religiose dei Fenici, secondo cui il mondo e la civiltà umana sarebbero nati dalle acque sotterranee.

L'ingresso guarda all’area sacra e le stele del tofet mostrano una schematizzazione di un portale con dentro un betilo. Il pozzo del tempio sarebbe simile a quello del tempio degli Obelischi di Biblo.

Sul lato nord del kothon di Mozia è stata trovata una polla d'acqua dolce. Stando alle ipotesi di Lorenzo Nigro, nel corso del solstizio d’inverno e l’equinozio di primavera, a 110° sorgerebbe la costellazione di Orione.

Questa, nell’antichità si identificava con il dio Baal, quindi si ipotizza che si trattasse del tempio di Saturno o del tempio di Eshum.
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