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La "sentinella" di Trapani aspetta il restauro da 20 anni: i soldi ci sono, ma nulla si muove

È uno dei migliori esempi di architettura militare in Sicilia. Ripercorriamo la sua storia recente e le novità sul restauro e la sua valorizzazione per i quali da anni c'è chi si batte

Jana Cardinale
Giornalista
  • 26 maggio 2022

La Colombaia di Trapani (foto di Stefano Zito)

Posta su un'isoletta all'estremità orientale del porto di Trapani, la Colombaia, uno dei migliori esempi di architettura militare in Sicilia, è probabilmente il più antico e conosciuto (assieme a Torre di Ligny) simbolo della città dalla costa a mezzaluna.

Alta 32 metri, composta da quattro piani sovrapposti, richiama a sé diverse leggende legate alla prima edificazione, anche se gli storici sono quasi tutti concordi nell’assegnare ad Amilcare Barca (il padre di Annibale, condottiero capace di attraversare le alpi con gli elefanti e sconfiggere i romani) la sua fondazione, in occasione della prima guerra punica.

La Colombaia, detta anche Torre Peliade (per la forma alquanto inusuale degli scogli piccoli e sottili che la circondavano dando l’idea di tanti peli raggruppati) o Castello di mare, è in attesa di restauro, per tornare ad essere uno dei beni monumentali più rilevanti della Sicilia. Fino al 1965 venne impiegata come carcere, poi è caduta in stato di abbandono. Negli anni novanta venne restaurata la torre pericolante, mentre sul resto del castello la Soprintendenza regionale dei Beni culturali non poté intervenire perché appartenente al demanio statale. Nel 2009 fu individuata dal Fondo per l'Ambiente Italiano come Luogo del cuore degli italiani, e solo nel dicembre 2010 il decreto della 'Colombaia' è stato firmato dal Presidente della Repubblica, in modo da trasferire il bene dallo Stato alla Regione Siciliana, che ne ha annunciato il restauro.
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Nei giorni scorsi, l’Associazione Salviamo la Colombaia - presieduta da Luigi Bruno - che da anni si batte per la sua salvaguardia e la sua valorizzazione, nel 20esimo anniversario della sua istituzione, ha celebrato “Il Colombaia Day” con un convegno dedicato al tema al quale è intervenuto il sindaco di Trapani, Giacomo Tranchida, che ha illustrato l’iter progettuale presso l’Assessorato Regionale per i Beni Culturali, per la ristrutturazione dell’immobile, comunicando che i fondi del PNRR, circa 24 milioni di euro, sono stati già assegnati dal governo centrale e che si è in attesa solo dell’avvio della prassi burocratica regionale attraverso la quale indire una gara a livello internazionale per la realizzazione di un progetto di fattibilità.

La sentinella del porto di Trapani, quindi, fortino solitario che si erge sull'isoletta all'estremità orientale dell’approdo cittadino, che veglia da secoli i traffici che ne solcano le acque, potrebbe finalmente avere l’identità desiderata e auspicata da studiosi e appassionati. Una testimonianza preziosa che ha resistito al passare del tempo e alle maree.

Il nome “della Colombaia”, vicino alla semplicità della natura, è dovuto alle nidificazioni delle colombe che scelsero l’isola e il castello come porto sicuro durante i suoi numerosi periodi di abbandono, nonché punto strategico lungo la rotta migratoria verso le coste dell'Africa. Il 20 maggio scorso, l’Associazione “Salviamo la Colombaia”, ha attribuito tre riconoscimenti di “Benemeriti della Colombaia” a Vito Cacciatore, a Giacomo Di Girolamo, e agli architetti dello Studio Castellinaria di Marsala - Benny Musillami, Peppe Rizza, Luisa Alagna, Simona Barbaro, Simona Piazza, Ottavio Cospolici – autori, questi ultimi, di un progetto di riqualificazione che avrebbe potuto cambiare le sorti del bene, e che è rimasto, invece, inespresso a causa di paludi burocratiche e procedurali regionali.

Una ‘solitudine’ denunciata costantemente dal presidente Bruno, la cui Associazione negli anni ha nominato 71 ‘alfieri’ della Colombaia e che conta diversi ‘ambasciatori’ della Colombaia in Italia e nel mondo. Il Castello della Colombaia è uno dei luoghi più affascinanti e suggestivi della città, per la sua posizione sul mare, per la storia che lo ha reso patrimonio architettonico, perché perdersi nell’atmosfera che lo circonda vuol dire vivere la scoperta di uno dei tesori più significativi di Trapani; una fortezza i cui racconti intrecciano realtà e leggenda.

E c’è grande attesa per il suo ritorno alla vita grazie ai fondi del Recovery Plan, dopo decenni di stasi non senza polemiche, proprio come l’attiva Associazione trapanese rende noto in tanti anni di attività legata alla divulgazione della conoscenza, alla tutela e allo scopo di restauro dello stesso bene monumentale, per la cui visita è necessario richiedere autorizzazione al Museo Pepoli di Trapani.

Al convegno dei giorni scorsi a Trapani hanno preso parte, tra gli altri, anche Gaspare Panfalone, in rappresentanza degli operatori portuali, facendo rilevare che l’isola e la Colombaia potrebbero far parte di un programma che possa riguardare la sistemazione del porto di Trapani e che si potrebbe sollecitare l’interesse dell’Autorità del Sistema portuale, Giuseppe Romano, con un excursus sul suo percorso nei secoli, grazie anche a notizie storiche scaturite dalle ricerche del genealogista Rosario Salone, e Paolo Salone che, secondo le proprie competenze in destinazioni turistiche, ha indicato la Colombaia quale modello di sviluppo turistico e polo di attrazione culturale, al pari di diversi altri siti restaurati in altre città europee che hanno saputo apportare benefici di grande rilevanza.

L’architetto Roberto Manuguerra ha tracciato una panoramica sull’itinerario dell’Associazione, ricordando le difficoltà incontrate negli anni, per sostenere la rinascita della Colombaia. Significativa la presenza di un Ufficio delle Poste Italiane, per l’annullo sulle cartoline predisposte d’Associazione. Il Castello che svetta sul mare come un faro guardingo, resta ancora ad aspettare.
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