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La rambla, l'acquario, la funivia: Palermo, tutto quello che poteva essere e non è stato

Negli anni abbiamo visto rendering pazzeschi e ascoltato promesse altisonanti. Ecco un riassuntone degli annunci rimasti sulla carta (e a volte nemmeno su quella)

Elena Cicardo
Digital strategist
  • 16 dicembre 2020

Il rendering del progetto del porto high tech di Palermo

Sognare è bellissimo e di vitale importanza. Certo, sarebbe bello anche che alcuni dei sogni (non per forza tutti, eh) poi si trasformassero in realtà. Negli anni abbiamo visto rendering pazzeschi, assistito a presentazioni altisonanti, ascoltato promesse elettrizzanti. E abbiamo pensato di fare un riassuntone di alcuni dei principali progetti che sono rimasti sulla carta (e sugli articoli di tutti i giornali).

LA RAMBLA
Sì, Palermo doveva avere la sua “Rambla” come quella di Barcellona: un’area pedonale con panchine e aree verdi in via Emerico Amari, un’ipotesi di progetto sicuramente interessante per riqualificare una delle zone più martoriate della città dai cantieri dell’anello ferroviario, un piccolo salottino con vista porto come biglietto da visita per i tanti crocieristi che necessariamente la percorrono.

Doveva passare da via Principe di Belmonte, via Principe di Scordia e via Amari ed era il 17 aprile 2019 quando il Comune di Palermo la annunciava. Addirittura l’assessore al decoro urbano Giambrone diceva che i lavori sarebbero partiti immediatamente.
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«Grazie alla collaborazione con la Camera di Commercio - sosteneva Giambrone - che ha redatto un progetto di massima per la sistemazione dell'area, vedremo una riqualificazione completa, con il posizionamento di elementi di arredo urbano, piante ed illuminazione. In base ai tempi di fornitura dei materiali - concludeva - speriamo di poter concludere i lavori entro la fine di luglio».

Non specificava però l’anno, ha fatto notare qualcuno. Ad oggi, di quel progetto nemmeno l’ombra. E forse non si può neppure parlare di progetto rimasto sulla carta, dato che, pare, non sia proprio mai esistito alcun progetto esecutivo né un cronoprogramma relativo all’intervento.

L'ACQUARIO
Questa è vecchia. Risale addirittura al 2014 l’idea di dotare Palermo di un super acquario di enormi dimensioni, il cui progetto è stato firmato dall'architetto Ettore Piras.

Oltre 4000 metri quadrati di verde, più di 1300 metri quadrati destinati a ristoranti e negozi e soprattutto un delfinario di quasi 1000 metri quadrati e quattro grandi vasche per contenere 4 milioni di litri d'acqua, oltre a una vasca molto grande dedicata al Mediterraneo, contenente 6 milioni di litri d'acqua. E ancora 300 posti auto e persino una funicolare collegata con Montepellegrino.

Si sarebbe dovuto chiamare "Oceano Mediterraneo" ed essere trasparente da una parte, per far ammirare le vasche con gli animali, e specchiato dall'altra, per riflettere il mare. Non si è mai saputo però dove sarebbe dovuto nascere. C’erano tre grandi forse: il porticciolo della Bandita, il mercato ittico alla Cala, Villa Igiea. Di sicuro insomma c’era solo il prezzo: 50 milioni di euro. In parte doveva essere finanziato da alcuni associati di Confindustria, in parte da fondi internazionali. Ma il comune avrebbe dovuto indicare l'area definitiva entro un limite di tempo.

Alla fine era stato scelto il Castello a Mare in zona Foro Italico. Il tempo previsto per la realizzazione era di due anni. Il progetto è tornato alla ribalta nel 2018, con molte differenze rispetto al primo. Intanto il luogo - la Bandita - ma soprattutto il costo, visto che il budget destinato al progetto è passato da 50 a 10 milioni di euro.

UN PORTO HIGH TECH
Nel 2018 il nostro Giulio Di Chiara scriveva: «Insomma, questa Costa Sud come la vogliamo? Con l’acquario più grande d’Europa, con il porto più grande d’Europa, come?».

Sì, perché sempre lì alla Bandita, accanto al mega acquario di cui sopra, c’era un altro mega progetto che stava facendo brillare gli occhi ai palermitani con i soliti rendering mirabolanti. Il progetto da 5 miliardi era presentato da Eurispes e consisteva in una grande piattaforma sul mare collegata alla terraferma che contribuiva alla rivalutazione di quel pezzo di costa insieme ad altri interventi ambientali.

Una soluzione che generava una baia capace di ospitare eventi acquatici, barche e offrire spiagge, impianti sportivi, parchi urbani e strutture ricreative. E poi strada panoramica lungo la dorsale costiera, piste ciclabili e ponti pedonali. Ovviamente, come nel caso precedente, sarebbe stato una svolta anche e soprattutto dal punto di vista occupazionale, anche perché la piattaforma avrebbe ampliato le capacità commerciali del porto di Palermo, riuscendo a movimentare fino a 16 milioni di container all’anno (mentre Valencia, uno dei porti più performanti d’Europa ne movimenta 5, ma noi pensiamo in grande).

Gran parte dei fondi occorrenti sarebbero stati messi a disposizione da gruppi privati internazionali, il resto da finanze pubbliche. Ma anche in questo caso qualcosa sembra essere andato storto.

In compenso però l'Autorità di Sistema portuale del Mare di Sicilia occidentale ha presentato un progetto concreto che cambierà il volto del fronte a mare portuale-urbano di Palermo.

Il presidente dell’Autorità portuale, Pasqualino Monti, ha fatto il punto dei lavori, presentando l’imponente progetto di riqualificazione del Molo Trapezoidale, un’opera complessa che porterà nuove infrastrutture e nuova occupazione in città (si prevedono circa 200 nuovi posti di lavoro a vario titolo).

MONDELLO PEDONALE
I rituali sono una roba bellissima che non stanca mai. Ce n’è pure uno che riguarda la pedonalizzazione di Mondello che dovrebbe diventare una splendida lingua pedonale lungo il litorale, come avviene nelle più belle località del mondo.

Per l’estate 2019 il lungomare di Mondello doveva essere una vera passeggiata sul mare. Era il gennaio 2018 quando i lavori sono stati affidati ma a luglio dello stesso anno si sono fermati in attesa della perizia di variante per la realizzazione di una soletta di rinforzo sul canale Ferro di cavallo.

Poi sono ripartiti a novembre del 2019 e sono di quest’estate 2020 i titoli dei giornali come questo: “Il lungomare di Mondello pedonale entro luglio”. Il 29 giugno, infatti, la giunta ha approvato la delibera che pedonalizza viale Regina Elena grazie al completamento dei lavori di via Palinuro. I lavori effettivamente sono finiti solo che sindaco e giunta avrebbero dovuto incontrare commercianti e residenti, circoscrizione e commissione consiliari per definire i dettagli. Ma ad agosto di questo 2020 tutti abbiamo letto: "Accordo sfumato, riparliamone nel 2021".

LA RUOTA PANORAMICA
Nel 2019, un’azienda russa ha proposto un progetto al Comune: una grande ruota panoramica al Foro Italico, come il london eye di Londra. Un "Palermo eye" di 50 metri di altezza con 14 "gondole" che doveva permettere di ammirare la città dall'alto per circa 15 minuti.

La stessa azienda russa si sarebbe fatta carico anche di un impianto di illuminazione a led per un investimento complessivo di circa cinque milioni di euro. Ancora una volta il dilemma: dove? A destare preoccupazioni infatti era la scelta del luogo in cui realizzarla senza creare problemi di impatto ambientale. Tra le idee per la collocazione c’era il prato del Foro Italico ma non abbiamo idea di come sia finita questa storia.

IKEA E DECATHLON
Altro tormentone riguarda due store sognati da tempo dai palermitani costretti a spostarsi nella rivale Catania, dall’altra parte dell’isola, per i propri acquisti.

Già nel 2012 si diceva che Ikea stesse cercando una location a Palermo per un nuovo store, nel 2013 la voce era stata confermata e pure nel 2016. Ma la verità è che il colosso svedese, pur confermando l'interesse per quest’area non ha progetti concreti di sviluppo immobiliare nella città di Palermo nonostante diverse volte negli ultimi anni i vertici dell'azienda abbiano assicurato il contrario.

E il motivo è tra i più tristi. Sembra che il problema sia trovare i terreni, e non perché non ci siano terreni disponibili nelle periferie della città ma perché le zone di Roccella e Ciaculli (quelle papabili per l'apertura e già oggetto di trattative) sarebbero anche oggetto di studio da parte di investigatori perché a rischio mafia. Sembra infatti che molti di questi appezzamenti di terra appartengano a famiglie mafiose di Brancaccio come per esempio i Guttadauro, scrive Salvo Palazzolo su La Repubblica. Nello spot sulla ripartenza di quest’anno, Palermo aveva ricominciato a sognare Ikea ammirandosi nei primi frame del video. Chissà se c’è ancora speranza.

L’altra apertura che costituisce una saga a sé è quella di Decathlon. Attesa e puntualmente smentita, scrivevamo all’inizio di quest’anno che la storia dell'apertura di uno store del colosso di abbigliamento sportivo in città non ha ancora scritto "The end".

L’annuncio dell’apertura nell’ex stabilimento della "Coca Cola" di via Rosario Nicoletti, a Tommaso Natale, risale a gennaio del 2019 ma è stato seguito da una smentita. Poi di nuovo la speranza ma a inizio 2020 il Comune dava notizia di stop a causa di un cavillo burocratico.

IL MULTIPLEX
Restiamo nello stesso posto per ricordarvi del cinema multisala che doveva nascere proprio lì, nell’ex stabilimento della "Coca Cola" aperto a Palermo agli inizi degli anni Sessanta dalla Siberg per l’imbottigliamento della bibita più famosa del mondo.

Chiuso all’inizio del nuovo millennio, lo stabilimento venne demolito nel 2012 e al suo posto doveva nascere "The Space Cinema”, con undici sale, tremila posti, bar, ristorazione e sala giochi. Ma a causa di infiltrazioni mafiose non è mai stato ultimato.

LA FUNIVIA
Nel 2015 vi raccontavamo addirittura di una funivia a impatto zero che doveva collegare Palermo a Monte Pellegrino, permettere una “acchianata” alternativa e raggiungere più facilmente uno dei posti preferiti dei palermitani, attrazione naturalistica e storico-culturale per gli escursionisti, oltre che meta religiosa per i fedeli della Santuzza.

La base di partenza in città doveva essere un’area nei pressi dell’attuale Fiera del Mediterraneo. Era prevista anche una prima stazione di sosta al Castello Utveggio e l’arrivo, naturalmente, al Santuario di Santa Rosalia.

Una raccolta firme doveva avviare il concretizzarsi della proposta che partiva da Angelo Figuccia, consigliere comunale di Forza Italia.

LA GREEN WAY
A collegare invece Palermo e Monreale doveva essere una "Green way", grazie a un bando di concorso internazionale di 4 milioni di euro.

Era il 2017 e tra i criteri c’era il mantenimento della vecchia rotaia: tecnicamente, infatti, il bando era per la "Riconversione a uso pista ciclabile green way della dismessa ferrovia a scartamento ridotto Palermo – Camporeale nel tratto Palermo – Monreale".

Peccato però che il punto di arrivo doveva essere la ex stazione ferroviaria di Monreale mentre doveva partire dal parco di Villa Turrisi mentre invece anticamente la rete ferroviaria palermitana partiva dalla stazione Lolli. Ad ogni modo, il progetto “green way” è stato tra quelli finanziati dal “Patto per Palermo”. Le ultime news sono della fine del 2019 e dicevano che a metà del 2020 sarebbe stato redatto il progetto definitivo.

Che dire, davvero un sogno e infatti non ci rimane che chiudere gli occhi e continuare a immaginarla così, Palermo.
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